Un'altra vita all’improvviso - Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen - Capitolo 16 • Barbara Mapelli
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Un’altra vita all’improvviso – Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen – Capitolo 16

Un’altra vita all’improvviso – Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen – Capitolo 15
Marzo 21, 2023

Romanzo a puntate scritto da Barbara Mapelli

Versione alternativa di "Orgoglio e Pregiudizio"


Capitolo 16

 

L'

indomani vennero alla luce alcuni fatti della vita di Mr Collins. Aveva passato la maggior parte della sua vita sotto la guida di un padre poco amorevole e perfino molto avaro. Non era di sicuro un genere di comportamento che ci si aspetterebbe da una padre, ma nonostante tutto, Mr Collins riuscì a proseguire nella sua vita e in qualche modo a cavarsela. Si era perfino iscritto all’Università, ma purtroppo di quell’esperienza non gli era rimasto un granché: riuscì ad apprendere qualche nozione di base qua e là, ma nulla di più. In conclusione, il suo bagaglio culturale si rivelò essere molto scarso e in certi casi deludente. Le cause forse andrebbero ricercate nel suo passato, in quell’infanzia vissuta sotto la tirannide di uomo privo di empatia e di affetto che gli aveva conferito con il tempo una debole tempra e un’eccessiva umiltà, controbilanciata però da una grande presunzione. Infatti, se la sua mente non brillava per intelligenza, il suo ego era alle stelle. Ma nonostante tutte queste mancanze intellettive e culturali, continuava ad avere un’alta opinione di se stesso, soprattutto alimentato dalla sua posizione autorevole di ministro e di rettore. Il suo carattere risultava essere uno strano miscuglio mai visto prima, fatto di orgoglio e servilismo, di presunzione e umiltà. Come era bizzarra la sua continua adulazione e devozione nei confronti di Lady Catherine de Bourgh, una donna di alto rango a cui, per un caso incredibilmente fortuito, Mr Collins era stato raccomandato per dirigere la curia vacante di Huns Ford. In poco tempo ottenne una bella dimora e una rendita dignitosa. Per coronare il suo successo, aveva deciso di sposarsi e di scegliere una futura moglie tra le figlie della famiglia Bennet, ma solo nel caso in cui le avesse trovate belle e amabili – il tutto come sempre, con l’immancabile benestare di Lady Catharine de Bourgh, perché nulla faceva Mr Collins se non con la sua approvazione.
   Se questa idea era stata giudicata eccellente da parte di Mrs Bennet, perché era un modo per riscattare l’eredità del marito, Sara trovava tutta la faccenda una cosa alquanto deplorevole, non solo per il fatto che le figlie dei Bennet erano quasi tutte delle ragazzine troppo giovani per sposarsi, ma soprattuto perché si snaturava il concetto stesso di matrimonio, quell’unione vera tra due amanti, e lo si trasformava come se fosse solo una questione di affari. L’amore era escluso, non compreso nel pacchetto finale: tutto era visto come una pura mercificazione. Lei era l’unica a vederla per come era: una cosa inqualificabile.
   In un angolo appartato della casa, Mr Collins si rivolse a Mrs Bennet. «Prima di partire Lady Catharine mi ha raccomandato di cercare la mia futura sposa. Mi ha anche assicurato che non le farà mancare la sua protezione e benevolenza».
   In un lampo l’umore di Mrs Bennet volò alle stelle nel sentire questa notizia così piacevole e inaspettata. Ora non le restava altro che capire chi avesse scelto tra le sue figlie. Le mire di Mr Collins non impiegarono molto a palesarsi. Il suo interesse si concentrò tutto sul fascino delizioso di Jane, descritta da molti come un’incantevole figura dai tratti del viso ineccepibile e il carattere accondiscendente. La madre non fu davvero sorpresa nell’apprendere la scelta del cugino. Come spesso capitava, tra tutte le sue figlie, Jane era la più luminosa e ammirata. Purtroppo dovette comunicare a Mr Collins del suo prossimo fidanzamento con un facoltoso scapolo di nome Bingley. Quindi la sua attenzione dovette essere riposta altrove. L’unica scelta plausibile tra le sue figlie rimaste era Mary.
   «Credo che doveste indirizzare il vostro interesse su un’altra delle mie figlie essendo Jane impegnata e molto presto maritata», disse Mr Bennet entusiasta. «Mary è una ragazza gradevole, molto intelligente e appassionata di molte cose, in modo particolare la lettura e il pianoforte. Anche se devo ammetterlo, a parer mio, questo strumento non riesce a suonarlo in modo eccelso. È come la sua voce, a volte un po’ stonata. Credo che con una buona pratica potrà di sicuro migliorare e farsi apprezzare perfino dalla vostra amatissima e sempre lodata Lady Catherine de Bourgh».
   Nel sentire le sua proposta sul suo volto non trapelò molta convinzione. «Che proposta allettante», rispose poi proseguì chiedendo alcune delucidazioni sull’altra cugina, Sara. A parer suo aveva dei lineamenti molto gradevoli, nulla a confronto con la bellissima Jane, ma tutto sommato poteva essere una scelta plausibile a patto che avesse accettato di tenere a bada alcuni suoi comportamenti più consoni e in linea con la sua visione del mondo femminile.
   «Oh Mrs Collins» rispose Mrs Bennet allarmata, «penso proprio che non sia fatta per voi. Ha uno spirito troppo ribelle per i vostri gusti così sopraffini e poi non lo dimenticate, è una straniera. Benché siamo imparentate, cosa penserà mai Sua Signoria se decideste di fare una simile scelta. Ci avete pensato?»
   «In effetti» rispose lui con una flebile voce pensando che non gli rimanessero molte possibilità.
   «Credo Mr Collins che Miss Mary possa soddisfare in modo eccellente le vostre richieste e possa diventare la futura Mrs Collins» esclamò Mrs Bennet. «Devo ammettere che quando siete arrivato ho giudicato male le vostre intenzioni. Ma ora… Quanta gioia e felicità avete portato in questa casa» concluse con un sorriso smagliante e con la gioia nel cuore perché consapevole che in poco tempo avrebbe avuto due figlie sposate.
   I due concordarono sul fatto di mantenere riservata la loro conversazione perché secondo loro non era il momento di svelare le vere intenzioni di Mr Collins alla sua probabile e futura moglie. Di fatto la sua decisone si trovava ancora nell’incertezza e si chiedeva quale fosse la strada più giusta da prendere. Se ci fosse stata qui la sua patronessa di sicuro il fidanzamento sarebbe già stato deciso, senza pensarci un secondo di più. Scegliere una ragazza o un’altra non era di certo un problema, non cercava il vero amore, l’unica cosa di cui si preoccupava era di compiacere a Lady Catharine e nel contempo soddisfare il suo ego smisurato.
   La povera Mary era del tutto inconsapevole delle intenzioni di Mr Collins nei suoi confronti e dei progetti di sua madre, la quale era intenzionata farla sposare con il cugino solo per risolvere il problema di successione della bella tenuta di Longbourn. Stava conducendo la figlia verso un matrimonio senza amore e per di più con un uomo ottuso e ridicolo. Il fatto sembrava non la toccasse più di tanto. Con il tempo avrebbe imparato a vivere la sua vita con un uomo che non amava e che forse non avrebbe mai amato. Se ne rendeva conto, ma oltre a questo Mr Collins non aveva altri difetti di cui preoccuparsi, non giocava d’azzardo, non si ubriacava, non era un violento e soprattutto non sperperava il denaro. La sua inettitudine caratteriale era un difetto che poteva benissimo sopportare. Nel caso in cui la situazione si fosse fatta più pesante, avrebbe potuto chiedere un supporto morale o essere guidata da una donna che le avrebbe insegnato come superare le difficoltà coniugali. D’altronde le donne non avevano bisogno di occuparsi di molte cose se non della gestione della casa e della prole. Anche se le mire di Mrs Bennet non vennero svelate subito a sua figlia e alla sua famiglia, Sara non impiegò molto tempo a capire cosa stesse progettando.
   «Ho trovato gli argomenti di Mr Collins un po’ vuoti, non trovi?» chiese l’indomani mattina a Mary mentre stavano facendo colazione assieme.
   «Sotto molti aspetti i suoi discorsi sono apparsi poco edificanti, il che suggerisce una scarsa intelligenza e arguzia».
   «Mi auguro che la sua permanenza duri il meno possibile».
   «Non dovreste essere così dura nei suoi confronti. Forse conoscendolo meglio potremmo apprezzare un aspetto del suo carattere che non avevamo notato» disse lei con convinzione.
   «Credo sia poco probabile. A parte tua madre e da quello che sento in questo momento anche tu, siete le uniche due persone in questa famiglia a vedere degli aspetti positivi in quell’uomo», rispose seccamente e guadandola negli occhi disse: «Spero tu non lo stia pensando di prenderlo in considerazione».
   Mary era oramai abituata ai suoi modi così diretti, ma quella affermazione la prese alla sprovvista. «Delle semplici osservazioni personali non si trasformano nell’idea di un potenziale marito. Sebbene io non lo consideri un uomo intelligente, tutto sommato sembra essere una persona onesta. Anche se amiamo entrambi Fordyce, con tutta sincerità non credo possa avere un qualche interesse nei miei confronti.
   «Lo spero, anche perché credo che meriti di meglio. Hai bisogno di qualcuno che ti apprezzi per come sei e che ti ami veramente. Siamo tutti degni di essere amati e di amare, ed è quello che ognuno di noi cerca nel profondo del proprio cuore».
   Queste parole inattese erano state dette con una sincerità tale che riuscirono a confortarla nel profondo del suo essere. Da quando aveva conosciuto Sara aveva recuperato la fiducia in se stessa e lei, più di qualunque altro, l’aveva spronata a prendere in mano la sua vita. In passato si era sentita demoralizzata e delusa soprattutto dalla sua famiglia che non l’avevano mai incoraggiata e sostenuta nelle sue scelte e volontà personali. Lei non era Jane e mai avrebbe potuto equipararsi a sua sorella – la preferita di sua madre.
   Sara era andata sempre controcorrente e le aveva fatto capire, in più di un’occasione, che ogni persona possiede in se qualcosa di straordinario che ci rende unici. Fino a quel momento non aveva creduto molto alle sue parole, ma ora, anche lei si sentiva speciale. Stava iniziando a capire di meritare di essere felice come qualunque altra persona.
   «Vi ringrazio» rispose Mary commossa, «ma non so se mai avrò il privilegio di meritare una simile fortuna, di amare un uomo e di essere amata. Lo confesso non ho mai pensato a una simile possibilità. Ho sempre creduto che una coppia sposata possa essere felice anche senza amore, ma ora, grazie a voi, non ho più questa certezza e ne ho timore. Ditemi, secondo voi troverò l’amore?»
   «Ricorda le mie parole, l’amore è ovunque attorno a noi, è quella forza che ci connette gli uni agli altri, che ci unisce al mondo e all’intero universo. Sono le persone speciali che entrano nella nostra vita a rendere unica l’esistenza su questa Terra, l’importante è saperle riconoscerle e tenerle strette attorno a noi finché possiamo. Il cammino potrebbe talvolta rivelarsi arduo e demoralizzante, potremmo anche dover passare tutte le pene dell’inferno o attraversare un intero paesaggio desertico per trovarle, ma lei rimarrà sempre lì in attesa di noi. Devi sapere che l’amore è la più potente forma di energia e di unione della natura. Nemmeno io sono capace di comprendere appieno la sua energia e di come saperla riconoscere, ma devi avere fiducia in te stessa perché l’amore vince su tutto», si fermò per un breve istante, raccolse alcuni pensieri e poi aggiunse: «È per virtù dell’Amore che tutto è prodotto e l’Amore è in tutto: si manifesta come forza e vita in tutte le cose viventi. È ciò da cui esse traggono, quella forza e quella vita è il vigore stesso della sostanza vivente».
   Come le lacrime agli occhi Mary rispose: «Sono parole bellissime».
   «Oh be!» esclamò Sara con un sorriso. «Lo sono, ma appartengono a Giordano Bruno. Di mio posso semplicemente di avere fiducia, non pensare al peggio e di essere sempre felice».
   Alcune ore dopo Sara e le sorelle Bennet erano sulla strada per Meryton, accompagnate dal noioso cugino. Benché il tragitto fosse breve, Mr Collins continuò a parlare con frasi pompose e vacue, senza dimenticare di elogiare tra un discorso e l’altro, l’immancabile patronessa Lady Catherine de Bourg. Nessuna delle ragazze aveva dato ascolto alle sue parole: Lydia e Kitty chiacchierarono solo degli ufficiali presenti a Meryton, le altre tre invece, discussero del prossimo ballo a Netherfield e di quali nastri o abiti comperare.
   Quando arrivarono in centro città l’attenzione delle signorine fu attirata su un giovane uomo, di bell’aspetto, mai visto prima che stava passeggiando dall’altra parte della strada. Assieme a lui c’era un altro ufficiale dal volto conosciuto. Lydia guardò con attenzione e si accorse che era proprio lo stesso Mr Danny di cui lei aveva tanto parlato. Con tutta l’esuberanza che si addice a una giovane ragazza come Lydia, iniziò a gioire per l’incontro così inaspettato. Prese la mano di sua sorella Kitty e assieme attraversarono la strada, seguite dalle altre ragazze e da Mr Collin. Si fermarono davanti ad un negozio nella speranza di essere viste dai due gentiluomini. Appena Denny e il suo amico le videro le raggiunsero e le salutarono cordialmente. Le ragazze fecero subito la conoscenza del nuovo gentiluomo, Mr Wickham. Nel suo aspetto non gli mancava nulla, aveva tutto ciò che una donna comune avrebbe potuto desiderare: bellezza, grazia e portamento. le sue parole riuscivano a incantare chiunque ed erano piacevoli e senza presunzione. Ma c’era qualcosa in lui, aveva una sorta di potere nei suoi modi di fare, nella sua presenza e nel suo volto, capace di attrarre le giovani donne in cerca di marito come il miele attira le api.
   Sara ne rimase profondamente colpita, ma non nel modi in cui ci si potesse aspettare. Nella sua figura distinta c’era qualcosa di più profondo che non riusciva ancora a spiegare. E non era per i suoi lineamenti del volto che rispecchiavano appieno i canoni della bellezza classica, ma era qualcosa di più intimo e oscuro. Mentre cercava di decodificare la più recondita natura di Wickham, i suoi pensieri furono interrotti dal rumore di uno scalpitio di cavalli alle sue spalle. Si voltò e vide l’unica persona che stava cercando di dimenticare: il borioso Mr Darcy.
   Assieme al suo inseparabile amico Mr Bingley, stava risalendo la strada in sella al suo cavallo. Non appena i due gentiluomini riconobbero le giovani ragazze, si diressero verso di loro. Il volto di Bingley si illuminava sempre di più ad ogni passo del suo cavallo, era così felice nel rivedere il volto angelico della sua adorata Jane.
   «È un piacere rivedervi» disse Mr Bingley subito dopo essere sceso da cavallo. «Ci stavamo proprio recando a Longbourn per sapere come stavate».
   Jane arrossì e con un sorriso lo ringraziò per la sua gentilezza.
   «I vostri genitori stanno bene?»
   «Sì, certo. Stanno tutti molto bene».
   «Siete venute fino a Meryton a piedi?»
   Lei asserì.
   «Spero non siate stanca».
   «Oh, non lo sono. Mi giovano molto le quotidiane camminate», rispose Jane i modo gentile. «Ma lasciate che vi presenti nostro cugino, Mr Collins».
   Mentre la conversazione procedeva in questo modo, lo sguardo di Darcy cadde solo per una frazione di secondi, sulla graziosa figura di Sara. Per settimane aveva cercato senza sosta di togliersela dalla testa, ma senza successo. Si sentiva come posseduto anima e corpo da una donna che non riusciva a dimenticare. Ogni istante della sua giornata non faceva altro che pensare a lei, al suo volto e del profumo della sua pelle che sapeva di un bouquet di rose fiorite. Il pensiero di lei era un dolce e piacevole tormento di cui lui non poteva farne a meno. Con difficoltà cercò di dirigere lo sguardo altrove per non infliggere ancora più sofferenza all’interno del suo cuore. Si sentiva come se si trovasse immerso in una battaglia senza armi per difendersi, era disarmato difronte a una tale bellezza.
   Darcy volse la sua attenzione da un’altra parte. Si soffermò su un’alta figura di spalle, dall’aria a lui famigliare. Ma non appena l’uomo si voltò, lo riconobbe all’istante. Il volto di Darcy impallidì dalla rabbia e quello di Wickham arrossì dalla vergogna. Non è possibile! Cosa ci fa qui George Wickham?, si chiese Mr Darcy. Come osa toccarsi il cappello in segno di saluto? Quale audacia riesce sempre a dimostrare quell’ignobile persona che ha quasi rovinato la reputazione di mia sorella e il buon nome di mio padre. Pensavo che non l’avrei mai più incontrato in vita mia, invece, eccolo lì, a parlare con tutta tranquillità con Sara. Chissà cos’avrà mai in mente.
   Sara si accorse, con enorme sorpresa, della reazione di entrambi. Al momento non riuscì a comprendere le vere ragioni di tale astio da parte di entrambi. Vide il cavallo di Darcy scalpitare come se la rabbia e il risentimento per Wickham si fosse trasferita repentinamente al proprio animale. Con agilità e sicurezza riuscì a tenerlo a bada senza essere disarcionato. Poco dopo Bingley si accorse di ciò che stava succedendo, prese congedo e si allontanò con il suo cavallo assieme al suo amico.
   Mr Wickham e Mr Denny decisero di accompagnare le signorine e Mr Collins fino a casa di Mr Philips. Furono invitati ad entrare, ma questi si congedarono nonostante le pressanti richieste di Lydia e persino di Mrs Philips che dalla finestra del salotto cercò di assecondarli ad entrare.
   Una vola entrati Jane presentò Sara che venne accolta con molto calore da Mrs Philips. Poi venne il turno di Mr Collins il quale cominciò fin da subito a elogiare e a lusingare in modo esagerato ogni cosa, e ovviamente non dimenticò di nominare l’immancabile Lady Catherine de Bourg.
   «È un onore per me farvi visita in questa vostra elegante dimora. Dovete scusarmi per la mia improvvisa intrusione senza un comodo preavviso. Come spesso afferma la mia patronessa Lady Catherine de Bourg, la buona educazione deve essere sempre messa al primo posto. Ma, permettetemi di comunicarvi che sono un fedele rappresentate della Chiesa d’Inghilterra e in quanto tale, spesso mi capita di far visita a buone famiglie senza alcun avviso. Con tutta onestà non ho mai incontrato una persona così tanto gentile, avete una bontà che non ha eguali».
   Mrs Philips si stupì dalle eccessiva formalità di Mr Collins, lo ringraziò e lo rassicurò dicendogli di essere sempre il benvenuto. La sua analisi fu subito interrotta dai commenti di Lydia e Kitty sull’incontro avvenuto poco prima e sulla loro nuova conoscenza: Mr Wickham il nuovo sottotenente nel reggimento di stanza a Meryton, giunto da Londra assieme a Denny. La zia comunicò che il giorno seguente avrebbero avuto a pranzo alcuni ufficiali e promise di convincere suo marito a far visita a Mr Wickham per estendere l’invito anche a lui, ma solo se la famiglia di Longbourn fosse stata presente. La proposta fu ben accettata da tutte le ragazze: dalle più giovani perché avrebbero rivisto di nuovo gli ufficiali, da Sara perché sarebbe riuscita a capire maggiormente il rapporto contrastante tra Mr Wickham e Mr Darcy. Venne così deciso di organizzare una divertente serata con musica, tombola e della buona zuppa calda. Poco dopo le ragazze e Mr Collins lasciarono la casa con muta soddisfazione.  

 
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