Un'altra vita all’improvviso - Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen - Capitolo 18 • Barbara Mapelli
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Un’altra vita all’improvviso – Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen – Capitolo 18

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Romanzo a puntate scritto da Barbara Mapelli

Versione alternativa di "Orgoglio e Pregiudizio"


Capitolo 18

 
I

l giorno successivo, le nubi basse e grigie che avevano avvolto l’intero villaggio per giorni, si aprirono del tutto, lasciando i raggi del sole liberi di risplendere e riscaldare la pianura sottostante. La rugiada che ricopriva i sottili fili d’erba era colpita dalla fredda luce e li faceva brillare come piccoli diamanti. Nell’aria si sentiva un intenso profumo di muschio e di terra umida, accompagnato dal piacevole canto degli uccellini che salutavano l’alba.
   Sara era rimasta lì, per tutto il tempo seduta, accanto alla finestra di camera sua, a osservare meravigliata lo spettacolo della natura. Da quella posizione era come guardare un bellissimo quadro animato, incorniciato e appeso al muro. Persa nei suoi mille pensieri decise che quella era l’occasione giusta per fare una passeggiata lungo la riva del fiume. Per prima cosa andò da Mary: la trovò china, intenta a studiare i suoi amati libri. Non ci volle molto per convincerla a lasciare tutto quello che stava facendo per seguirla. Un attimo dopo erano già sulla strada che conduceva alla casa di Charlotte e una volta lì, la invitarono a unirsi a loro. Lei accettò di buon grado, tutta entusiasta.
   In quell’occasione Sara raccontò la conversazione avuta con Mr Wickham e tutte le rivelazioni fatte in merito al comportamento di Mr Darcy. Le due amiche rimasero stupite nel sentire il resoconto di quella faccenda e non si capacitarono delle azioni biasimevoli di un uomo descritto da tutti come un vero gentiluomo.
   «Una storia davvero incredibile», affermo Charlotte. «Sei sicura di aver capito bene? Mr Darcy non sembra una persona capace di disattendere le volontà di suo padre solo per ripicca nei confronti di Mr Wickham».
   «Questo è quello che mi ha raccontato, perché dovrei dubitare delle sue parole?»
   «Dovremmo ascoltare la controparte. Forse sentendo le parole di Mr Darcy è probabile che potremmo farci un’idea molto più chiara dell’intera faccenda» intervenne Mary con voce fiera.
   «Dal mio punto di vista, sono più propensa a credere che non riusciremmo mai a conoscere appieno come si sono svolte realmente le cose tra di loro. D’altronde, che diritto abbiamo noi di giudicare e di intrometterci?»
   «È vero Mary, non abbiamo nessun diritto di intrometterci nelle faccende altrui, ma devo ammettere che la sua versione dei fatti era molto convincente, ricca di dettagli e di nomi. Per non parlare del suo atteggiamento, rilassato e privo di ambiguità e tentennamenti. Non so proprio cosa pensare di Mr Darcy. Mi piacerebbe molto ascoltare cosa avrebbe da dire in sua discolpa, ma credo che alla fine, non riuscirei a raggiungere alcun risultato. Quell’uomo è sempre così chiuso e poco propenso a parlare con le persone estranee a lui. Per non dimenticare il fatto che al ballo mi ha definito appena passabile e non abbastanza bella per poter danzare con lui. Spesso sa essere una persona davvero odiosa».
   «Mia cara Sara», disse Charlotte, «te la prendi un po’ troppo per un uomo di cui, come mi hai detto tu un giorno, non nutri alcun interesse. Indubbiamente Mr Darcy è una persona molto orgogliosa e poco propensa alla socievolezza, ma non penso che sia stato capace di una tale malvagità verso un uomo considerato il pupillo di suo padre. Nessun gentiluomo di buona famiglia e moralmente sano come Mr Darcy, potrebbe essere capace di un atteggiamento simile. Ci deve essere qualcos’altro che noi non sappiamo. Pensala come vuoi, ma credo poco alle parole di Mr Wickham, un uomo di cui sappiamo così poco».
   «Adoro la tua capacità di analizzare ogni situazione con razionalità e in modo così imparziale, ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare. Oltre a sapere molti particolari della vita di Mr Darcy, conosce molto bene Mrs Hill e soprattuto è a conoscenza del contenuto del libro Ogham».
   Le due ragazze la guardarono stupite.
   «Sì, ha colpito anche me», affermò Sara con cipiglio.
   «Cosa sa Mr Wickham al riguardo?» chiese Mary.
   «Molte cose più di me. Ha detto che può aiutarmi, ma a una sola condizione. Devo recuperare di nuovo il libro e questo significa solo una cosa…»
   «Lo devi chiedere a Mr Darcy» risposero a unisono.
«Mia cara, non essere così triste» disse Charlotte. «Questa potrebbe essere un’occasione unica per parlare con Mr Darcy e riuscire a scoprire qualcosa di più sul suo carattere. Invece, resto molto stupita di Mr Wickham: mi chiedo come faccia a conoscere così bene il contenuto di quel libro così curioso. Ascolta cosa ha da dirti, ma sii cauta. Sappiamo così poco di lui, per di più non sappiamo le sue vere intenzioni. È arduo capire la natura e il fine delle singole azioni personali. Per noi donne è facile cadere nell’inganno o essere preda di malintenzionati».
   «È vero che non lo conosciamo bene…» ammise Sara, «ma non penso abbia cattive intenzioni. Sono poco avvezza a cedere alle lusinghe degli uomini, nemmeno se provengono dall’affascinante e misterioso Mr Wickham. Le sue attenzioni, benché nobili, mi lasciano indifferente».
   «Le azioni degli uomini appaiono a volte prive di senno quando entra in gioco l’amore e l’attrazione» intervenne Mary. «È facile rimanere abbagliati da false promesse e parole che alla fine si potrebbero rivelare prive di sincerità e potrebbero poi condurci a scelte sbagliate».
   «Come un matrimonio senza amore?» chiese Sara.
   «Purtroppo non sempre siamo libere di scegliere l’amore che desideriamo, soprattutto se privi di una dote cospicua. Spero solo, in un futuro, di poter fare un buon matrimonio pieno di affetto perché sono poco propensa a vivere in un rapporto privo di rispetto reciproco come quello dei miei genitori. Una scelta sbagliata come in questo caso, ci condurrebbe a trascorrere una vita nell’amarezza e nel rimpianto. Per quanto possibile, dobbiamo scegliere con il cuore e non con la mente».
   «Perché la mente mente e il cuore non sbaglia mai».
   «Come siete romantiche» esclamò Charlotte. «Ma come ben sapete io non sono affatto così. Amo poco il romanticismo e le questioni affettive. Mi reputo una persona abbastanza concreta e poco propensa a slanci amorosi. Ad un mio probabile futuro marito chiedo solo un reddito adeguato e una sistemazione che soddisfi le mie esigue esigenze. Sono disposta a sposarmi con chiunque possa garantirmi ciò che desidero, purché abbia un atteggiamento non troppo scontroso. So bene che con queste mie affermazioni potrei apparire come una donna poco sensibile, ma ho già raggiunto il limite di età per potermi sposare, senza contare il fatto che ho scarse prospettive future. Non desidero fare una vita solitaria da zitella, senza un marito e dei figli. Per questa ragione sono costretta ad agire in fretta».
   «Non immaginavo che una donna potesse avere una data di scadenza stampata sulla fronte» disse ironica Sara. «Tieni presente che se agisci troppo in fretta potresti commettere degli errori di valutazione. E noi non vogliamo vederti vivere una vita infelice solo per il fatto di aver sposato l’uomo sbagliato».
   «Ma io non sono infelice e non lo sarò. Sono semplicemente pronta ad affrontare tutti rischi e le difficoltà di un matrimonio senza amore. Accetto questa realtà così com’è, senza alcun ripensamento. Che mi piaccia o no, per una donna come me priva di bellezza e ricchezza, le possibilità si restringono sempre di più con il passare degli anni».
   «Ti assicuro che non c’è niente che non vada nel tuo aspetto» protestò Sara. «Per quanto riguarda il denaro, si sa, non rende l’uomo felice. Sono altre le cose che ci aiutano a crescere e appagano la nostra esistenza e non sono certamente i soldi. Sappiamo così poco di noi stessi che ci sentiamo a volte persi e smarriti nell’affrontare le difficoltà che la vita ci offre. Se prima non cominciamo ad amare noi stessi, per quello che siamo e per ciò che possiamo dare al mondo, non potremo mai avere la vita meravigliosa che meritiamo nel profondo del nostro cuore. Il mio consiglio è questo: qualunque decisione prenderai o qualunque cosa tu voglia fare ricordati sempre di decidere con il cuore e non con la mente».
   Continuarono a parlare di questioni di cuore, dell’affasciante Mr Wickham e del prossimo ballo a Netherfield, fino a che non vennero chiamate in casa per l’arrivo di alcuni graditi ospiti. Uno di questi era proprio Mr Bingley che, accompagnato dalle due sorelle, aveva portato il formale biglietto di invito per il tanto atteso ballo di Netherfield: la data era fissata per martedì prossimo.    «Sono felice di vedervi ancora» disse entusiasta Mr Bingley guardando Jane con una luce negli occhi. «Vedo che siete in ottima forma. Dall’ultima volta che vi ho vista, Miss Jane Bennet, la vostra salute è migliorata di molto. Anche il vostro incarnato è ritornato a risplendere. Come vi ho promesso settimane fa, sono venuto qui a consegnarvi personalmente il mio invito. Non c’è niente di meglio e di più divertente di un bel ballo, soprattutto quando si è in compagnia di belle ragazze come le sorelle Bennet». Fece una breve pausa e poi concluse. «Ah, e naturalmente l’invito è esteso anche al vostro amato cugino Mr Collins».
    «Come siete gentile Mr Bingley», rispose Miss Jane con un sorriso. «Tutta la mia famiglia è onorata di partecipare al vostro ballo. Accettiamo molto volentieri e vi ringraziamo per la vostra gentilezza».
    La signora Bennet capì fin da subito che un certo gentiluomo lì presente non fosse insensibile alla bellezza di Jane. Cercò a mala pena di contenere il suo entusiasmo, sottolineando con voce acuta, come l’incantevole viso di sua figlia, incorniciato da riccioli dorati che ricordavano la figura di un angelo, fosse ammirata e elogiata da tutti. «Nulla a che vedere con la bellezza appena sbocciata delle altre mie figlie», esordì Mrs Bennet.
   Le sorelle Bingley ben poco si curarono delle affermazioni sciocche della madre e nemmeno delle poche esternazioni senza decoro fatte dalle figlie più giovani, in particolare quelle della piccola Lydia. Dissero che sembrava fosse trascorso un secolo dall’ultima volta che si erano viste. Raccontarono con grande boria e dovizia di particolari la vita mondana di Londra, lo sfarzo e la grandiosità delle serate londinesi, paragonandole poi con l’ambiente di campagna, quasi privo di divertimenti. Quando cominciarono le cerimonie di Mrs Bennet, le sorelle Bingley si alzarono all’istante, con una tale velocità che stupì perfino il loro fratello. Sembravano tanto ansiose di lasciare la casa che si erano dimenticate ogni forma di cortesia, come se l’ordine delle cose fosse stato sovvertito all’istante. Solo il gentile Mr Bingley ringraziò e salutò con grazia tutti i presenti, in modo particola Miss Jane, il quale le volse un caldo e gentile sorriso prima di uscire dalla stanza.
   Nonostante l’atteggiamento sgarbato delle sorelle Bingley, tutte le ragazze nella stanza esultarono di gioia e si rallegrarono per questa incredibile opportunità offerta: Lydia e Kitty iniziarono a discutere su quali e quanti ufficiali potessero essere stati invitati al ballo e Jane e Mary, cominciarono a parlare di merletti e abiti da indossare per l’occasione. Ogni tanto interveniva Sara benché l’unica cosa che le importasse veramente era quella di incontrare l’affascinante Mr Wickham e recuperare il libro da Mr Darcy. Chi fu particolarmente lusingata nel ricevere l’invito direttamente dalle mani di Mr Bingley era Mrs Bennet, perché vedeva in quel gesto come un omaggio a sua figlia maggiore. Già si immaginava che molto presto sarebbe arrivata un’esplicita proposta di matrimonio a Jane. L’interesse del gentiluomo non poteva essere frainteso in nessun modo: la felicità era dietro l’angolo. Erano tutti così di ottimo umore che perfino Mr Bennet dimenticò quell’intrinseca amarezza verso sua moglie.
   Quando entrò nel soggiorno Mr Collins, chiesero se fosse intenzionato ad accettare l’invito di Mr Bingley e se una tale forma di intrattenimento fosse consona alla sua posizione.
   «Non ho alcuno scrupolo al riguardo», disse Mr Collins con fare superbo. «e non vi è alcun pericolo che Lady Catherine o l’arcivescovo possano rimproverarmi. È mia convinzione che non c’è niente di male in un ballo di tal genere, in quanto l’invito è stato offerto da un gentiluomo rispettabile. Come potrei non accettare questa allettante offerta e passare una piacevole serata con persone di cui nutro una profonda stima. Se posso esprimere il mio modesto parere, devo sottolineare che la mia posizione non preclude la possibilità di poter danzare. Anzi, nel corso della serata spero di poter ballare con tutte le mie belle cugine, ne sarei davvero onorato. Allo stesso modo sarei ben felice se la mia cara Miss Sara mi farebbe l’onore di concedermi i primi due balli».
   La richiesta arrivò in modo inaspettato. Si chiese cosa avrebbe mai potuto rispondere ad un uomo così inetto: se avesse rifiutato, sarebbe riuscita di sicuro a levarsi di torno un peso insopportabile e di conseguenza avrebbe ballato con Mr Wickham per tutta la serata; ma se avesse accettato, forse sarebbe riuscita ad allontanare le sue mire verso Mary e a convogliarle da un’altra parte. Desiderava con tutta se stessa, salvare la sua amica da un matrimonio combinato, dalla prospettiva infelice. Ma cosa avrebbe detto sua madre?
   Decise di assumersi tutti i rischi e accetto, con un notevole sforzo mentale, l’invito di Mr Collins. Di conseguenza non mancò l’occhiataccia che lanciò Mrs Bennet quando udì quelle poche parole di assenso. Non passarono molte ore quando in privato le fece intendere di stare alla larga da Mr Collins perché aveva già deciso che, per il bene di tutta la famiglia, doveva sposare sua figlia.
   «E non guardarmi in questo modo ragazzina», esclamò Mrs Bennet puntandole il dito, «so bene cosa pensi di Mr Collins. Se non vuoi che ti rispedisca da dove sei venuta, non ti azzardare a rovinare tutti i miei progetti».
   Le parole le scivolarono via come fossero prive di significato perché era perfettamente conscia di cosa avrebbe comportato uno scontro diretto: solo ulteriori problemi. Quindi, fece finta di niente e lasciò cadere nel vuoto le dure insinuazioni di Mrs Bennet come se nulla fosse accaduto.

 
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