Romanzo a puntate scritto da Barbara Mapelli
Versione alternativa di "Orgoglio e Pregiudizio"
Capitolo 28
L'
aria frizzante dell'Hertfordshire accolse Mr Collins quando scese dalla sua carrozza, provocandogli un brivido sulla pelle. Con una mano allacciò il cappotto scuro che indossava con estrema eleganza e lo strinse maggiormente a sé. Lo sguardo si posò sulla dimora Lucas Lodge. Per un attimo provò un certo nervosismo misto a eccitazione: tutto era oramai pronto per l’imminente matrimonio tra lui e Miss Lucas. Con passo sicuro si incamminò fiero verso l’ingresso principale, perso nei suoi pensieri sulla sua futura vita coniugale e sull’importanza di questa unione per la sua carriera da ecclesiastico.
Sebbene la signora Bennet si fosse già ripetutamente lamentata con il marito per questo matrimonio combinato, l'intera questione non sembrava più preoccuparla: aveva accettato la sconfitta. Il grande giorno si stava avvicinando rapidamente e non c'era nulla che potesse fare per impedire questa unione. Nella lotta, più contro se stessa che contro la propria famiglia, sembrava che tutte le sue forze alla fine si fossero esaurite. L’inusuale silenzio di Mrs Bennet era una benedizione per suo marito che colse l’occasione per assaporare un fugace un momento di tranquillità dopo tanto trambusto. Due giorni prima del matrimonio fu una delle poche volte che Mrs Bennet tenne la bocca chiusa del tutto, e lo fece quasi per tutta la giornata. Solo per un momento si limitò ad augurare ai futuri sposi un’abbondante felicità — poi più nulla. Non avendo più niente da dire o da fare per impedire l’inevitabile, si rassegnò al destino e cercò di ignorare il pesante fardello nel suo cuore. Per tutto il tempo continuò a tenere un profilo basso, evitando qualsiasi discussione o lamentela riguardo ai suoi poveri nervi. Le sue figlie erano perse da un frenetico turbinio di felicità, immerse tra mussole, pizzi e nastri che volteggiavano e scintillavano sotto il tenue bagliore della luce delle candele — tutte si stavano preparando per il tanto atteso matrimonio. Mrs Bennet non ebbe altra scelta che lasciarle fare quello che volevano senza interferire — non fece nient’altro. Si sentì svanire sullo sfondo come un vecchio mobile, inosservata e non necessaria. Deglutì a fatica, assaporando sulla lingua l'amarezza della propria irrilevanza. Il profumo acuto dei fiori appena tagliati riempì l'aria, ricordandole la sua passata giovinezza e l'ardore di un viaggio da intraprendere che avrebbe potuto compiere solo nella sua memoria. La sua anima un tempo vivace, fu inghiottita dai ricordi che cominciarono a riaffiorare dolcemente. Il suo cuore iniziò a battere forte al solo pensiero. Mrs Bennet guardò distrattamente le sue figlie con aria assente e con le mani appoggiate sul grembo, tornò a meditare sul presente: il futuro che aveva immaginato per ognuna di loro si era dissolto come nebbia mattutina sotto lo sguardo del sole, e lei se ne stava lì ferma, solitaria nella sua delusione, in mezzo all'amaro pungolo di questa consapevolezza.
Il mercoledì prima delle nozze Charlotte andò a trovare la famiglia Bennet. Salutò e ringraziò tutti, ma prima di andar via chiese a Sara di avere sue notizie al più presto.
«Più che volentieri», disse Sara con un sorriso gioioso sul volto.
«Spero che tu possa venire a trovarmi presto ad Hunsford. C’è qualcosa di innegabilmente confortante nelle nostre dissertazioni letterarie. Trovo sia così piacevole avere un’amicizia come la tua» disse Charlotte, con la voce intrisa del calore di una genuina gratitudine. «E promettimi che verrai a trovarmi quando Sir William e Maria partiranno per Hunsford a marzo».
«Ti scriverò e mi organizzerò per venire a trovarti il prima possibile. Sarebbe un piacere passare del tempo con te nella tua nuova dimora», assicurò Sara, le cui parole furono come un'ancora di salvezza in mezzo al mare agitato.
«Non sai quanto la tua compagnia sarebbe per me di grande conforto», disse Charlotte, mentre la sua mano strinse brevemente quella di Sara prima di congedarsi.
Il giorno del matrimonio la chiesa sembrava brillare di una luce particolare quando Charlotte e Mr Collins pronunciavano i loro voti. Non appena terminata la cerimonia, la coppia di sposini partì direttamente per il Kent.
Pochi giorni dopo Sara ricevette la prima lettera da parte di Charlotte: era scritta con mano ferma e sicura, senza alcun ripensamento. Le parole erano serene e piene di soddisfazione. Aveva descritto vivamente la sua nuova casa, la mobilia, il vicinato e perfino le strade. Tutto era come doveva essere: privo di pregiudizi o negatività. Perfino l'atteggiamento di Lady Catherine nei confronti di Charlotte era descritto come cordiale e gentile, proprio come raccontato più e più volte da Mr Collins nelle lunghe chiacchierate a casa Bennet. Eppure, nonostante le descrizioni lusinghiere, secondo Sara c’era qualcosa che non andava nelle sue parole: le emozioni erano terribilmente assenti. Nessun elemento che potesse scaldare il cuore era presente, nemmeno quei sentimenti profondi che avvolgono le persone come se si fossero unite in un intenso abbraccio o quei fuochi d'artificio che scoppiano impetuosi tra le coppie appena sposate. Tutto era freddo, calcolato e privo di eccessivi slanci emotivi.
Più tardi quella sera, sdraiata in un angolo tranquillo del suo letto, Sara cominciò a leggere con entusiasmo la lettera di Jane da Londra, ma ogni frase era un duro colpo: ogni riga dipingeva il ritratto perfetto della negligenza e dell’indifferenza di Miss Bingley. Il cuore di Sara si stringeva in una morsa di dolore. Jane era oramai da una settimana a Londra e non aveva avuto ancora nessuna notizia da parte di Caroline. Tra le righe, Jane aveva ipotizzato che la sua precedente lettera, scritta mentre era ancora a Longbourn, probabilmente non aveva mai raggiunto la sua destinazione. Anche in questo caso, Jane cercava di mantenere un atteggiamento positivo e speranzoso, ma al di là delle sue parole, si intuiva molto bene la sua forte delusione per un’amicizia che in realtà, come Sara aveva sempre sospettato, non c’era mai stata. Jane concluse la lettera dicendo che sua zia sarebbe andata l’indomani in quella parte della città per farle visita.
Sara chiuse gli occhi per qualche secondo, cercando di immaginare cosa stesse provando in quel momento. La sua dolce amica sempre così luminosa e positiva, ora sembrava fragile e triste. In quell’istante si sentì in colpa per non essere lì con lei a confortarla e ad aiutarla in questo momento difficile.
Nella lettera successiva Jane raccontò il suo incontro con Miss Caroline:
Mia carissima Sara,
Dopo due settimane, Miss Bingley e sua sorella sono venute a trovarci oggi. Fin dall’inizio il loro atteggiamento è stato distante. Ad essere sinceri, non sembravano molto entusiaste di vedermi. Caroline mi ha rimproverato di non averla avvertita del mio arrivo in città. Questo conferma ciò che pensavo: la mia lettera non è mai giunta a destinazione. Ho chiesto notizie su suo fratello, ma mi ha lasciato intendere che al momento è troppo occupato con Mr Darcy e non si vedono quasi mai. Spero un giorno di poter incontrare Miss Darcy, dai racconti di Caroline sembra essere una persona deliziosa. Era attesa quel giorno a pranzo, motivo per cui loro visita è stata molto breve.
Dopo quattro settimane Jane le comunicò di non aver ancora avuto l’occasione di vedere Mr Bingley. La fiamma tremolante della candela illuminava la corta lettera che teneva in mano scritta con parole che le avevano lasciato un’amara nota nel suo cuore: si capiva la delusione profonda della sua più cara amica, causata non solo per l’indifferenza inaspettata di Mr Bingley, ma anche per la falsità di Caroline. Ancora una volta Jane stava cercando di convincere se stessa di non rimpiangere affatto il suo amore perduto — in realtà la ferita era ancora aperta. Sara sapeva che il cuore di Jane stava soffrendo e che forse non sarebbe riuscita mai più a sentire le forti braccia di Mr Bingley attorno a lei durante una piacevole danza o sentire la sua voce risuonare per le sale di Netherfield. Ogni mattina e per ben quindici giorni di fila, Jane aveva atteso invano l’arrivo di Miss Bingley. L’unica cosa che le veniva ripetutamente recapitata erano le sue immancabili scuse. Alla fine, una tarda mattina, Caroline si presentò a casa sua, ma stette così poco che fece ripiombare Jane nella profonda tristezza.
Mia carissima Sara, proprio ieri Miss Caroline Bingley ha ricambiato la visita. Si è scusata dicendo di non essere potuta venire prima per i troppi impegni che la travolgono nella vita londinese. Oltre a questo non ha aggiunto altro, non una parola sul fatto di poterci rivedere in altre occasioni. Credevo che fossimo amiche e che questa amicizia si potesse sviluppare di più, ma purtroppo mi sbagliavo. Sembrava una persona totalmente diversa rispetto a quando l’ho incontrata nell’Hertfordshire, non la riconosco più. Sono più che decisa a non voler proseguire con questa amicizia. Ho sbagliato nel riporle così tanta fiducia, ma è stata lei a voler approfondire la nostra conoscenza. Forse la preoccupazione per suo fratello è così grande da averla indotta a comportarsi in questo modo nei miei riguardi. Timori questi, del tutto ingiustificati. Sappiamo bene che se Mr Bingley si fosse preoccupato di me, sarebbe venuto a trovarmi. Sa che sono qui a Londra, me lo ha fatto capire molto bene Caroline, quindi lei non ha alcun motivo per essere turbata. È convinta che ci sia dell’affetto sincero tra suo fratello e Miss Darcy e si augura che un giorno si sposino. Quanto mi rattrista al solo pensiero di vederlo con un’altra donna e incolpo me stessa per essermi illusa. Forse Mr Bingley potrebbe rinunciare a Netherfield e non fare più ritorno nell’Hertfordshire. Avevi ragione su tutto, ma ti prego non giudicarmi ostinata se continuo a ripetere che la mia fiducia era naturale quanto il tuo scetticismo. Cercherò di allontanare la tristezza e mi dedicherò solo a ciò che mi rende davvero felice: il tuo affetto verso di me e la nostra famiglia mi riempie il cuore di gioia, non desideravo niente di più al mondo se non avere una persona come te accanto. Mia zia chiede notizie riguardo a Mr Wickham. Mi ha anche detto più volte di avere una grande stima e ammirazione nei tuoi riguardi. Adora come suoni il pianoforte. Se vieni a Londra vorrebbe sentirti suonare ancora un’altra volta. Aspetto tue notizie quanto prima. Sono contenta che tu abbia deciso di andare a trovare Charlotte assieme a Sir William e Maria. Ti troverai molto bene assieme a loro. Con affetto Jane
Il dolore di Jane era così intenso che Sara non trovava le parole giuste per consolarla. Non sapeva quanto tempo sarebbe passato prima che la sua amica si riprendesse da quel colpo e tornasse ad essere felice come prima. Ma quella situazione non poteva continuare, doveva trovare il modo di farle capire che c’era ancora speranza per lei, così facendo sperava di fornirle un po’ di conforto in questo momento difficile. Con un profondo sospiro incominciò a scrivere la risposta, calibrando attentamente ogni singola parola.
Mia cara Jane, vorrei trovare le parole giuste per riuscire a portare un po’ di pace nel tuo cuore in questa situazione così difficile. Il dolore e la delusione che provi a causa della cattiveria di Caroline riecheggiano nella nostra corrispondenza. Ti prego, di non perdere la speranza nell'amore vero, non lasciare che il suo comportamento poco sincero ti rendano infelice. Perché sono sicura che c’è qualcuno là fuori capace di amarti ed apprezzarti per la donna straordinaria che sei: meravigliosa dentro e fuori. Mr Bingley è certamente uno sciocco se non è riuscito a capire tutto ciò, se non è stato capace di vedere lo splendore che porti dentro di te. Ma non preoccuparti, riuscirai a superare presto questo ostacolo, ne sono certa. Ricordati che sono al tuo fianco e sono pronta a offrire il mio aiuto se necessario. Per quanto riguarda Mr Wickham, credimi quando ti dico che non devi preoccuparti di niente. Le sue attenzioni sono rivolte altrove: sta cercando di conquistare il cuore di una giovane ricca di nome Miss King. Rassicura Mrs Gardiner, non ha più pensieri verso di me. Cara Jane, prova a orientare i tuoi pensieri verso ciò che ti solleva lo spirito, su ciò che ti rende veramente felice e concentra le tue attenzioni su chi ti ama veramente, come la tua famiglia e l’amore che c’è tra voi. Sono sicura che tornerai presto ad essere l’allegra anima affine che conosco. Anch’io sono felice di andare a trovare Charlotte assieme a Sir William e Maria. Sarà un'ottima occasione per distrarmi un po’ , respirare dell’aria fresca di campagna e allontanare le preoccupazioni. Porta i miei più cari saluti ai tuoi generosi zii e digli che appena ci vedremo suonerò il pianoforte per loro. Un abbraccio forte, la tua più cara amica Sara.
Il tenue bagliore della luce tremolante della candela danzava sulle pareti della camera mentre Sara si concentrava sulle ultime lettere che stava scrivendo sulla busta indirizzata a Jane. La penna d'oca graffiava la carta con un ritmo che risuonava nella stanza altrimenti silenziosa. Il profumo dell'inchiostro fresco e della cera riempiva l'aria, una familiarità confortante che si contrapponeva al gelo delle sue incertezze. Dalla finestra entrava il canto melodioso di un usignolo. Ma proprio quando Sara si stava lasciando andare in quel dolce suono, una voce dura infranse la sua tranquillità, facendola sobbalzare. Si voltò e i suoi occhi incontrarono lo sguardo severo di Mr Morgan che si ergeva sulla soglia della porta come una statua imponente.
«Miss Sara», disse lui mentre si avvicinava. «Scusami se ti ho spaventata. La porta era aperta e Mr Bennet mi ha detto che ti avrei trovata qui. Ho bisogno di parlarti». Lo stomaco di Sara si annodò. Sapeva che qualsiasi cosa stesse per digli non sarebbe stata una buona notizia. «Cosa posso fare per te?» «Ho appena ricevuto notizie riguardo a tuo padre». Sara lo guardò negli occhi, mettendo da parte per il momento il dolore per Jane. Mr Morgan sospirò e con voce pesante disse: «Mi dispiace» esordì lui. «L’Alto Consiglio ha deciso di non intervenire. Al momento ritengono che sia troppo rischioso» sentenziò con lo sguardo pieno di rammarico.
Ciò che aveva appena detto era la conferma dei peggiori timori di Sara. Cercò di respingere con forza la rabbia che tentava di risalire come bile in gola. Era come se si trovasse in mezzo a un mare in tempesta, ma anche se tutto sembrava perduto, lei non avrebbe mai ceduto. Si sarebbe aggrappata a quell’unica ancora di salvezza: la speranza. «Cosa?!» esclamò Sara alzandosi in piedi. La furia scoppiò dentro di lei come un incendio. «Come possono lasciare mio padre in mano agli Oscuri?» Quelle parole pronunciate duramente rimasero sospese nell’aria per qualche istante, creando un profondo spazio tra loro, uno valico che Mr Morgan in quel momento non poteva né attraversare, né a colmare. «Capisco la tua frustrazione» rispose Mr Morgan, scuotendo lentamente la testa. «Anch’io sono molto addolorato per la decisione dell'Alto Consiglio, ma ho le mani legate. Non c’è nulla che possiamo fare in questo momento». Le sue parole si abbatterono pesantemente sullo spirito di Sara come una nuvola cupa. Ma poi la sua determinazione si rafforzò sempre di più dentro di lei. Non si sarebbe arresa senza combattere. Doveva salvare suo padre. «Tu puoi avere le mani legate» replicò Sara decisa. «Ma non io. Andrò a liberare mio padre, ovunque lui sia. E lo farò da sola, se sarà necessario», dichiarò con fermezza. «Non devi» disse Mr Morgan con un tono autoritario, cercando di farla ragionare. «Non è una buona idea. Gli Oscuri sono troppo pericolosi e imprevedibili, rischieresti solo la tua vita ed io non posso permetterlo». Sara non era disposta ad ascoltarlo. Si avvicinò a lui e dichiarò: «La decisone spetta a me, a me soltanto». «Comprendo la tua preoccupazione, ma è pericoloso. Quelle persone sono capaci di qualunque cosa. Anche una viaggiatore con una buona preparazione rischierebbe di fallire». «Lo farò, con o senza il tuo consenso». «Aspettate», esclamò Mr Morgan con tono deciso che risuonò nella stanza. «Ti aiuterò» promise con fermezza. «Non posso permettere che tu affronti questa missione da sola. Siamo amici, e io sarò sempre al tuo fianco fino alla fine. Ho giurato a tuo padre di proteggerti e di esserti d’aiuto in ogni momento della tua vita. Se non lo salveranno loro... lo farò io… o noi. Insieme», concluse con un lungo sospiro profondo. La loro strada era segnata: avrebbero sfidato il l’Alto Consiglio e liberato suo padre dalla morsa degli Oscuri. Ma come ci sarebbero riusciti? «Sei sicuro?» chiese Sara, guardando Mr Morgan con il cuore colmo di gratitudine per la sua offerta. Lui annuì con fermezza. Con questa rassicurazione, Sara volse lo sguardo oltre la finestra della sua stanza, verso quell'orizzonte grigio dell'Hertfordshire. Raddrizzò le spalle, pronta ad affrontare il compito che li attendeva. Sentiva lo sguardo vigile di Mr Morgan su di lei, che le offriva un sostegno silenzioso. Come un vento gelido che scuotevano le loro anime e tra le ombre delle loro incertezze, cominciarono a meditare su come avrebbero potuto salvare il padre di Sara. A lei non importava dove fosse tenuto o quali strani pericoli si nascondessero lungo quel sentiero, era disposta ad affrontare qualunque cosa. Era in gioco la libertà di suo padre e lei avrebbe pagato qualsiasi prezzo per assicurarsela. Nel frattempo, nei confini di Longbourn, il mondo rimaneva beatamente ignaro dell'audace piano di Sara e di Mr Morgan. Gli echi del matrimonio di Charlotte e Mr Collins aleggiavano ancora nella tenuta e la loro gioia si irradiava come il caldo bagliore di un focolare. Eppure a loro insaputa, si stava scatenando una tempesta: uno scontro epico tra l'amore di una figlia per il padre e le circostanze terribili che cercavano di inghiottirli entrambi.