L’opera si fa portavoce di un’intima connessione spirituale, un dialogo silenzioso tra l’artista e l’infinito.
Mapelli utilizza l’acrilico con una sensibilità che esalta la texture della carta, alternando strati traslucidi e pennellate decise per creare un effetto di profondità e movimento. La figura centrale, con il suo portamento regale e il suo sguardo sereno, sembra incarnare una divinità cosmica, una custode della Terra e delle sue connessioni con l’universo.
Il titolo Starseed, che richiama l’idea di un’origine stellare dell’umanità, invita a riflettere sulla nostra identità come esseri interconnessi con il cosmo, un tema che l’artista esplora con una poetica delicata ma potente.

Collegamenti e ispirazioni artistiche
L’opera richiama le visioni simboliste di Gustave Moreau, in particolare per l’uso di figure femminili come allegorie di concetti universali e per la ricchezza decorativa dei dettagli.
La centralità della figura femminile e il suo legame con la natura evocano anche le opere di Frida Kahlo, che spesso si autorappresentava come parte integrante del mondo naturale e spirituale. Tuttavia, Mapelli si distingue per il suo approccio contemporaneo, che integra elementi come il disco volante, in una narrazione che ricorda le illustrazioni di Max Ernst, il cui surrealismo esplora il confine tra scienza e misticismo. Inoltre, l’uso di colori vibranti e la composizione armonica rimandano alle opere di Marc Chagall, dove il sogno e la realtà si fondono in un linguaggio visivo poetico.
Il significato dell’opera
Il titolo Starseed, che richiama l’idea di un’origine stellare dell’umanità, invita a riflettere sulla nostra identità come esseri interconnessi con l’universo. L’opera di Mapelli si pone come un ponte tra il terrestre e il cosmico, tra il tangibile e lo spirituale, suggerendo che ogni individuo porta in sé un “seme stellare”, un’eredità celeste che ci lega all’infinito.
Inserita nella mostra personale di Barbara Mapelli, Starseed rappresenta un punto culminante della sua ricerca artistica, che intreccia l’introspezione personale con una riflessione sull’umanità e il suo posto nel cosmo. La sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e il suo interesse per figure come Arturo Nathan emergono nella capacità di coniugare simbolismo e narrazione emotiva, offrendo un invito a contemplare il mistero delle nostre origini.

