Le case colorate, con i loro riflessi speculari, incorniciano la scena come fondali teatrali, mentre le barche ormeggiate offrono un ritmo visivo ordinato e insieme spontaneo. Le pennellate, talvolta corpose, talvolta fluide, costruiscono con energia la materia pittorica, evocando il senso tattile delle superfici, dal legno consumato delle barche ai muri soleggiati delle abitazioni.

L’espressione dell’interiorità
Oltre l'apparente serenità della scena si cela una profonda dimensione emotiva. L'artista non si limita a rappresentare un paesaggio urbano, ma imprime sulla tela un vissuto intimo, un legame empatico con il luogo.
L’assenza di protagonisti umani veri e propri non impoverisce la narrazione, ma la rende più universale: è lo spazio stesso a parlare, a suggerire presenze, silenzi, attese. L'acqua, specchio e soglia, diventa metafora di riflessione e interiorità, come se l’osservatore fosse chiamato a fermarsi, a respirare lentamente insieme al ritmo del porto.
Collegamenti e ispirazioni artistiche
L’opera si inserisce nel solco di una tradizione pittorica che va dai Fauves alla scuola di Burano, con accenti che richiamano le vedute liriche di Maurice de Vlaminck e la vitalità cromatica di Henri Matisse, ma anche la dolcezza atmosferica di Ottone Rosai e i paesaggi di Felice Casorati. La resa materica e luminosa ricorda in alcuni tratti l’approccio di alcuni pittori veneti del Novecento, per esempio Carlo Dalla Zorza o Gino Rossi. Tuttavia, Barbara Mapelli riesce a distillare queste suggestioni in una sintesi personale, riconoscibile, dove la luce è sempre protagonista e il colore diventa veicolo di affezione e memoria.
Il significato dell’opera
Mandracchio non è solo una veduta di porto: è una dichiarazione d’amore per i luoghi dell’anima, quelli dove il tempo sembra dilatarsi e le storie si sedimentano lentamente sulle superfici. Fa parte della serie Le marine, in cui l’artista esplora la relazione tra l’uomo e il mare attraverso gli spazi urbani che lo accolgono. Questo dipinto, in particolare, celebra la bellezza della quotidianità e la dignità dei luoghi vissuti. È un’opera che parla di appartenenza, di radici e di silenzi, restituendo una visione poetica e intensa di uno scorcio costiero che è al tempo stesso reale e ideale.

