Tecnica e composizione
L’opera è eseguita con tecnica ad olio su tela, e si distingue per la raffinatezza della resa cromatica e atmosferica. La prospettiva centrale del molo guida lo sguardo verso l’orizzonte sfumato, in un lento e silenzioso scivolamento nella profondità. I lampioni ritmicamente disposti scandiscono lo spazio come un metronomo visivo, mentre l'acqua e il cielo si fondono in una tavolozza di violetti, blu e rosa che amplifica la sensazione di silenzio e distanza. La pennellata, pur nella sua precisione figurativa, lascia trasparire una certa libertà interpretativa nei passaggi tra luce e ombra.

L’espressione dell’interiorità
Questo dipinto va oltre la semplice rappresentazione di un luogo fisico: è la traduzione visiva di uno stato d’animo. Il cielo turbolento, le nubi che sembrano trattenere pioggia e riflessioni, l’assenza di figure umane – tutto suggerisce uno spazio interiore, abitato da ricordi, attese, contemplazione. Il molo si fa soglia: tra la città e il mare, tra il noto e l’ignoto, tra il presente e l’eterno.
Collegamenti e ispirazioni artistiche
L'opera dialoga con la tradizione del paesaggio romantico e simbolista. Le atmosfere sospese ricordano le marine di Caspar David Friedrich, mentre l’uso del colore e della luce evoca alcuni scorci urbani di Claude Monet o le visioni liriche di William Turner. Allo stesso tempo, l’approccio di Mapelli rimane contemporaneo per la sua capacità di trasmettere emozioni non tramite il dramma, ma attraverso la quiete e il mistero.
Il significato dell’opera e conclusione
Nubi su Trieste è un’ode alla città e al suo mare, ma anche un viaggio solitario verso l’intimità dell’essere. Il molo non è solo un passaggio urbano, ma una metafora: luogo di passaggi, di partenze e ritorni, di pensieri che si perdono come orizzonti. L’opera di Barbara Mapelli invita alla pausa, alla contemplazione, a uno sguardo lento e profondo sulle cose. E proprio in questa sospensione, tra cielo e mare, si rivela la forza silenziosa della sua pittura.

