Lasciato il castello di Chamount ci dirigiamo verso la suggestiva cittadina francese di Amboise.
Collocata sulla riva sinistra del fiume Loira, questo luogo possiede gloriose reminiscenze storiche e un eccezionale monumentalità. Importante centro abitativo già con i Turoni, popolo celtico che diede il suo nome alla futura provincia delle Turenna, per lungo tempo divenne spesso teatro delle discordie tra i nobili francesi. Per fortuna questa rivalità ebbe fine e la città a poco a poco divenne una “Città Reale” e il proprio castello, grazie all’eccellente posizione strategica, una delle residenze più amate dai reali di Francia per quasi 150 anni.
Nella città omonima, tra le ordinate casette bianche, sull’estremità di uno sperone roccioso, sorge l’affascinante castello reale, primo tra tutti a riunire le migliori espressioni dello stile italiano nella Valle della Loira.
Nel castello di Amboise risedettero gli imperatori Luigi XI,Carlo VIII e Francesco I il quale ospitò, tra il 1516 e il 1519 il poliedrico genio del Rinascimento, Leonardo da Vinci. Nonostante il genio rinascimentale avesse praticamente smesso di dipingere a causa di una paralisi alla mano destra, il sovrano francese lo nominò “primo pittore, architetto e ingegnere del Re” e gli mise a disposizione la dimora privata di Clos Lucé con una rendita annua di mille “scudi del sole”, oltre a più di 400 scudi ordinari per il suo assistente Melzi.
Francesco I desiderava semplicemente conversare con lui perché lo riteneva l’uomo più colto della terra e un grande filosofo.
A Clos Lucé, Leonardo trascorse serenamente gli ultimi tre anni della sua vita, assistito da i due allievi fedeli, e si dedicò con passione ai suoi mille interessi.
Era stato pittore, architetto, ingegnere, inventore, scienziato, scenografo e musicista. Toccò, nella sua esistenza, i più disparati campi dell’arte e della conoscenza umana.
Si narra che pianse sul letto di morte “per quanto aveva offeso Dio e gli uomini del mondo non avendo operato nell’arte come si conveniva”.

La costruzione del castello e la fondazione dell’Ordine di San Michele

Anche se Carlo VII intraprese importanti lavori di ampliamento del castello, grazie al consolidamento delle sue fortificazioni e la costruzione dell’Appartamento della Regina, furono gli imperatori Luigi XI e Carlo VIII che trasformarono questo luogo in una vera e propria dimora reale, adattandola ai gusti e ai bisogni della loro corte.
Uno dei grandi avvenimenti realizzati nella città di Amboise fu la fondazione dell’Ordine di San Michele, il 1 agosto del 1469. Quest’ordine cavalleresco, nato per rivaleggiare l’Ordine del Toson d’Oro (fondato nel 1430 da Filippo III di Borgogna) e per dimostrare l’attaccamento dei feudatari dei grandi signori alla Corono reale, comprendeva 36 cavalieri, “gentiluomini di nome e d’arme del tutto irreprensibili” di cui il re sarebbe stato il capo.
L’insegna dell’ordine, scelta dalla stesso imperatore, consisteva in un collare d'oro formato di piccole conchiglie unite da un doppio cordone e al quale era appesa una medaglia con l'immagine dell'Arcangelo san Michele, protettore di Francia, che calpesta il drago cioè il demonio.
Tutti i cavalieri compreso il re, avevano l’obbligo di indossare il collare “sotto la pena d’una messa e d’un ammenda” con divieto di donarlo, di venderlo o di impegnarlo per qualsiasi ragione.

Gli ordini cavallereschi furono delle istituzioni religiose-militari, creati dai sovrani europei alla fine delle Crociate.
"Ci fu un tempo in cui scomparvero dal mondo la lealtà, la solidarietà, la verità e la giustizia. Tutto il popolo fu diviso per migliaia, e tra ogni mille ne fu scelto uno che si distinguesse dagli altri per lealtà, saggezza e forza. A questi uomini fu dato il nome di Cavalieri!".
Già in epoca romana, la cavalleria rivestiva una posizione di prestigio nella propria struttura sociale. Ma è nel Medioevo che i valori e le gesta eroiche di questi “cavalieri senza macchia e senza inganni” assunsero sempre più una posizione di rilievo.
Al rango di cavaliere si giungeva solo dopo aver seguito una lunga preparazione nei ruoli di paggio prima e di scudiero poi. Molto determinante in queste fasi era l’opera della Chiesa che infondeva nel cavaliere i principi del cristianesimo.
Con le crociate questo spirito cristiano trovò nuova forza nell’anima dei cavalieri. Nacquero così nei luoghi santi, nuove aggregazioni di Cavalieri il cui scopo oltre a quello militare e della difesa dei cristiani in era quello di assistenza, protezione e cura dei pellegrini durante la loro permanenza in Terra Santa. Con questo carattere assistenziale sorsero numerosi Ordini, retti da Gran Maestri nominati dai rispettivi Capitoli Generali. Diventarono ben presto organismi molto potenti e ricchi, assoggettati da regole monastiche e pertanto autorizzati e riconosciuti dai Pontefici i quali potevano liberamente riformarli o sopprimerli.
A partire dal XIV secolo nacquero istituzioni cavalleresche volute da sovrani temporali a motivo di pietà religiosa o per celebrare avvenimenti particolarmente degni di memoria.
Nel periodo del Rinascimento, con l’avvento della Riforma e della Controriforma e con l’affermarsi delle grandi correnti di pensiero, decadeva l’originario significato di Cavalleria. Si dissolsero così a poco a poco molti di questi ordini cavallereschi per formarsi di nuovi che avevano lo scopo di ricompensare le benemerenze di singoli individui.
Molti di questi ordini sono rimasti in vita secondo però mutate condizioni dediti essenzialmente all’assistenza ospedaliera e alla beneficenza.
Come sede del nuovo ordine di San Michele, Luigi XI scelse l’abbazia di Mont-Saint Michel anche se le loro assemblee si tennero molto spesso ad Amboise nell’appartamento dei Saggi, luogo che divenne più tardi il lebbrosario, quindi collegio.
Il cavaliere riceveva la nomina a vita e ogni anno, in occasione della festa di San Michele, si svolgeva una cerimonia solenne nel quale partecipavano il capitolo, l’assemblea generale e alla quale presenziavano il re e tutti i cavalieri. I successori di Luigi XI cercarono di mantenere in vita l’ordine di San Michele grazie a nuove modifiche che permisero i non “nobili” di accedere a poco a poco in questa istituzione.
Dal 1560, nel contesto turbato delle guerre di religione il limite di trentasei membri venne abbandonato e l'ordine integrò numerosi cortigiani a volte non combattenti e perse così il prorpio prestigio.
Con il desiderio di raggruppare la vera nobiltà, Enrico III fondò il nuovo Ordine dello Spirito Santo.
Come la maggior parte degli ordini nel 1791, durante la Rivoluzione, l’Ordine di San Michele fu abolito, ripristinato da Luigi XVIII nel 1814 e definitivamente soppresso nel 1830.

I lavori di costruzione del castello di Amboise
Anna di Bretagna, moglie di Carlo VIII, dopo il 1491, intraprese importanti lavori di rinnovamento del castello di Amboise. Chiamò a se numerosi artisti soprattutto italiani e divenne poi la più grande mecenate di quel secolo. Inizialmente iniziò con la costruzione delle mura di contenimento, successivamente con la realizzazione di edifici a nord e a sud. Venne terminata la costruzione dell’appartamento della Regina, detto delle Sette Virtù e in seguito, a nord, si realizzò l’Appartamento del Re.
In seguito la Cappella di Sant’Uberto, patrono dei cacciatori, edificato sulle fondamenta dell’ex oratorio eretto sotto Luigi XI, venne ultimato da Carlo VIII. Questa cappella, dalle decorazioni nel puro stile gotico, è sita la tomba di Leonardo da Vinci, morto ad Amboise il 2 maggio del 1519.
Sopra la porta a due battenti sono raffigurati, nello stile fiammingo, tre leggende: quella di Sant’Uberto, patrono dei cacciatori, quella di San Cristoforo, patrono dei viaggiatori ed infine la leggenda di Sant’Antonio nel deserto. L’influenza fiamminga è resa più evidente nella decorazione interna fatta da una moltitudine di motivi animali, vegetali che non tolgono la leggerezza dell’insieme. Sono raffigurati anche alcuni stemmi e perfino il famoso collare dell’Ordine di San Michele.
A poco a poco Carlo VIII trasformò il castello in un’autentica città, viva e ospitale, frequentata non solo dai reali ma anche da ufficiali, segretari, paggi, valletti, artisti e mercanti. Questa magnifica impresa fu interrotta a causa di un terribile incidente sopravvenuta nel castello di Amboise il 7 aprile del 1498. Mentre Carlo VIII accompagnava la regina a vedere il giocò della pallacorda, egli urtò con la fronte una porta bassa della Galleria Haquelebac. Il re morì qualche ora più tardi nello stesso castello in cui nacque solo 28 anni prima.
Il suo successore e cugino, Luigi XII, preferì il castello di Blois luogo in cui si stabilì assieme alla vedova e futura consorte Anna di Bretagna. Tuttavia non si dimenticò del castello di Amboise e dal 1500 fece proseguire i lavori di abbellimento del castello.
© Barbara Mapelli - Riproduzione riservata












