La strada degli orologi a cucù • Barbara Mapelli

La strada degli orologi a cucù

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Lasciato Donaueschingen ci dirigiamo verso Villingen, deliziosa cittadina medioevale, capoluogo della “Strada degli Orologi”. Infatti, proprio in questi luoghi è nata una delle stranezze più utili e divertenti d’Europa, l’orologio a cucù. Il mestiere dell’orologiaio divenne, nel corso dei secoli, un vero e proprio mestiere esercitato da contadini, falegnami, tornitori e dagli ingegnosi monaci dei conventi. .

Con la comparsa, nel XIV secolo, del moderno concetto di misurazione del tempo, lo sviluppo degli orologi a ingranaggi ha avuto una notevole evoluzione. Dai semplici orologi a muro e in legno con un’unica lancetta, fabbricati a Furtwagen e nei dintorni, si è passati a sistemi sempre più complessi, fino a trasformarli in veri e propri oggetti d’arte, grazie alle decorazioni con motivi floreali.
I primi documenti che attestano l’introduzione dell’orologio a cucù, risale al 1762. Grazie all’inventiva dell’orologiaio Franz Ketterer di Schönwald viene introdotto inizialmente solo il canto del cucù riprodotto da un piccolo mantice. I noto uccellino di legno che esce della porticina è un’invenzione del XIX secolo.

La Strada degli Orologi è un itinerario molto caratteristico che parte e finisce a Villingen-Schwenningen.
Un percorso di ben 320 chilometri attraverso la Foresta Nera e l’Altopiano del Baar, disseminata da prati lussureggianti, limpidi ruscelli, case caratteristiche, villaggi pittoreschi, monasteri, fabbriche, musei, laboratori artigiani e atelier. Un itinerario ricco di storia e di vita in cui l’emblema è l’immancabile orologio a cucù.

 "Anche gli orologi sono impostati sull'ora della ferrovia, come se il sole si fosse arreso".


Charles Dickens

È possibile ripercorrere le tappe storiche di questa antica tradizione artigianale, grazie anche al Museo Elstal e il Museo degli Orologi di Furtwagen, il quale raccoglie oltre ottomila oggetti provenienti da tutto il mondo e in cui sono esposti circa mille orologi ed esemplari di ogni epoca.

"Perché il numero 4 è scritto sugli orologi come IIII e non IV?"

Questa è una delle domande più frequenti fatte dai visitatori del German Watch Museum.
Mentre il numero 4, nel sistema numerico romano, è comunemente scritto IV, molti degli orologi si basano sulla tipografia IIII. Questo perché il IIII era il modo più comune per scrivere il numero 4 ed era usata molto spesso nel mondo dell’artigianato anche per dare simmetria quando si guarda il quadrante (simmetricamente bilanciato tra i numeri IIII e VIII).
Il numero IIII ha anche un vantaggio concreto: evita la confusione tra il IV e il VI.

©Barbara Mapelli - Riproduzione riservata

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