Un'altra vita all’improvviso - Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen - Capitolo 27 • Barbara Mapelli
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Un’altra vita all’improvviso – Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen – Capitolo 27

Un’altra vita all’improvviso – Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen – Capitolo 26
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Romanzo a puntate scritto da Barbara Mapelli

Versione alternativa di "Orgoglio e Pregiudizio"


Capitolo 27

Il Diario di Sara

Sabato 16 dicembre 1797
ore 8:00

Mentre vardo sta vista piena de neve che se slonga oltra la finestra de la mia camara, no poso far a meno de corzerme de quanta zima sia rivada sta note. I primi fiochi de neve i ga cuminzià a vignir zo dolzemente sta matina de bonora e la ga coverto pian pianin ’l tuto in torno de bianco. In tuto sto tempo pasado in sto logo devo dir che no me son ’ncora abituada al iazado clima inglese, par quasi che me traversi sempre più intèi miei osi.
Penso che ghe sia qualcosa de incantado ne la neve, parvia che la xe capaze de trasformar anca la più desolada landa in qualcosa de meravilioso. Col pasar de le ore i alberi i se impinisi de un alto strato de neve, mentre le pice ioze de rosada le scominzia a iazarse.
Tuto de boto par fermarse. La vita se ferma. Le bestie sparisi, ’l rumor de la zità svanisi e tuto discomparisi in ’na pase inreal. Xe come se la natura la gavesi deciso de ciolse ’na pausa e la volesi fermar ogni movimento del tempo. La neve, co la sua danza silensiosa, la scrivi ’na poesia, che no se pol spiegar, su la superficie de la tera e la invita tuti a fermarse, a rifleter su la vita, perdendose co lo sguardo ne la sua incantada pase.

Mentre osservo il panorama innevato che si estende oltre la finestra della mia camera, non posso fare a meno di notare quanto il freddo pungente si sia intensificato durante la notte. I primi fiocchi di neve hanno iniziato a cadere dolcemente questa mattina presto e hanno ricoperto gradualmente il paesaggio con una candida coltre bianca. Nonostante tutto il tempo trascorso qui, non sono ancora riuscita ad abituarmi al rigido clima inglese che sembra penetrare sempre di più nelle mie ossa.
Credo ci sia qualcosa di magico nella neve, perché è capace di trasformare anche il più desolato dei paesaggi in qualcosa di meraviglioso. Con passare delle ore gli alberi si adornano con uno spesso strato di neve, mentre le piccole gocce di rugiada iniziano a cristallizzarsi. All’improvviso tutto sembra arrestarsi. La vita si ferma. Gli animali scompaiono, i rumori della città svaniscono e tutto si dissolve in una quiete surreale. È come se la natura decidesse di prendere una pausa e volesse congelare ogni movimento del tempo. La neve, con la sua danza silenziosa, scrive una poesia ineffabile sulla superficie della terra e invita tutti a fermarsi, a riflettere sulla vita, perdendosi con lo sguardo nella sua incantevole quiete.

 

ore 16:00

Sta matina son andada fora con Mary e insieme semo andade fin a Meryton per far un poco de spese in vista del Nadal. Za che iero, go deciso de comprar altri vesti pesanti. Sta danda aria iazada no fa altro ce infilarse tra le mie cotole. La siora Bennet la me ga rimproverà più volte pel fato che me cambio sai i miei vistiti. De sicuro no poso tenirme ’l steso vistito per ’na intiera setimana o per un mese… sigh!
No xe stada una grande idea ’ndar a pie fin in paese, co semo rivade iero come un iazin. Par che Mary no la sofri per gnente la zima. Ciapada dal tremaz, che me pareva de ’ver el mal de San Valentin, son ndada sguelta intela botega in zerca de un fià de caldo. No so cosa i gabi pensado i altri clienti, ma che vadi a remengo, stavo quasi tirando i crachi per la zima. El botegher sai cocolo, pena ’l me ga visto ’l se ga de boto preocupado per la mia condizion de salute e ciapado da la pena, ’l me ga ofrido l’unica medizina che ’l gaveva: un punch caldo. Iera cusì bon, ma cusì bon che ghe go domandà un’altra scudela… e poi un’altra ‘ncora. Se sa, no xe do senza tre. Saria stado sai interesante saver ’l mio livel alcoligo intel sangue. Qualchedun podesi dir che no xe niente de pezo che veder ’na baba imbriaga… Beh, no iero proprio dura come un sacalin e de sicuro no ’ndavo de bolina… iero solo un poco alegra. Alegra con brio. Hich!
Co go recuperado, el cocolo botegher el ne ga fato veder ’na amplia serie de tesudi pesanti de ogni genere. Xe stà sai longhi scieglier qual model poderia piaserme, ma a la fine, con un poco de fadiga, go trovadò quel che volevo. Go scelto ànca i regali per la familia Bennet. El botegher el me ga promeso che me li farà aver in tempo per Nadal.
Mentre torziolavo per la botega, go visto qualche mudandon de lin bianco, longhe fin ai geenoci e con un taio longo propio in mezo. Xe stada la prima volta che go visto ’na simile biancaria, li go trovadi sai strani, quasi erotici. I podesi star ben in qualche sexy shop vintage. Con un buso compagno, ’na baba la poderia morir de fredo per via dei refoli. Go deciso de capir meio sta roba con Mary, ma pena go scuminzià a ciacolar ela la xe subito arosida e ’l suo viso ’l se ga iluminado co un soriso. Go insistido disendo che iera solo un per de mudande, forsi le xe tropo grandi per i miei guasti, ma se trata de banale biancaria de soto. No la me ga risposto. Forsi son ’ndada zo tropo de balin… O forsi no li dopra per gnente… Go deciso de lasar perder, par che i biancaria intima de ’na baba xe ’na question tabù… Ghe xe parti de la società e de la moda de sto tempo che no rivo a capir sai, per no parlar de tuti sti strati de biancaria che ’na baba la doveria portar soto un vistito.

Questa mattina sono uscita con Mary e assieme siamo andate fino a Meryton per fare un po’ di acquisti in vista del Natale. Già che c’ero, ho deciso di acquistare altri abiti pesanti. Questa dannata aria gelida non fa altro che insinuarsi sotto le stoffe dei miei vestiti. La signora Bennet mi ha rimproverato più volte il fatto che mi cambio troppo spesso. Di certo non posso tenermi lo stesso abito per un’intera settimana o per un mese… sigh!
Non è stata una bella idea raggiungere il paese a piedi, quando siamo arrivate ero congelata. Sembra che Mary non soffra affatto il freddo. Presa dai brividi, mi sono fiondata dentro al negozio in cerca di una fonte di calore. Non so cosa abbiano pensato gli altri clienti, ma chi se ne importa, mi stavo quasi assiderando. Il negoziante appena mi ha visto si è subito preoccupato della mia condizione fisica e preso dalla compassione mi ha offerto l’unica medicina che possedeva, un ottimo punch caldo. Era così buono che ne ho chiesto un’altra tazza… e un’altra ancora. Si sa, non c’è due senza tre. Sarebbe stato molto interessante sapere il mio tasso alcolico nel sangue. Qualcuno potrebbe dire che non c’è niente di peggio che vedere una donna ubriaca… Beh, non ero proprio ubriaca… solo un po’ brilla. Allegra con brio. Hich!
Dopo essermi ripresa, il gentile negoziante ci a fatto vedere una vasta scelta di stoffe pesanti di ogni tipo. È stato difficile scegliere quali modelli potessero piacermi, ma alla fine, con un po’ di fatica, ho trovato ciò che volevo. Ho scelto anche dei regali per tutti i membri della famiglia Bennet. Il negoziante mi ha assicurato che me li farà avere in tempo per Natale.
Mentre curiosavo in giro nel negozio, ho notato alcuni mutandoni di lino bianco, lunghi fino al ginocchio e con un taglio verticale proprio nel mezzo. È stata la prima volta che ho visto un simile abbigliamento intimo, li ho trovati molto particolari, quasi erotici. Potrebbero stare bene in qualche sexy shop vintage. Con uno buco del genere una donna potrebbe morire di freddo a causa degli spifferi. Decisi di approfondire l’argomento con Mary, ma appena ho iniziato a parlare, lei è subito arrossita e il suo viso si è illuminato con un sorriso. Ho insistito dicendo che si trattava solo di un paio di mutande, forse un troppo grandi per i miei gusti, ma pur sempre un banale indumento intimo. Non mi ha risposto. Forse sono stata troppo diretta… O forse non le usa affatto… Ho deciso di lasciar perdere, sembra che l’abbigliamento intimo di una donna sia un argomento tabù… Ci sono aspetti della società e della moda di questo tempo che mi sfuggono ancora, per non parlare di tutti gli strati di biancheria che una donna dovrebbe indossare sotto un vestito.

 

ore 20:00

El sior Morgan no me ga fato saver ’ncora un nics su mio pare.
El suo silenzio me tormenta.
Manca solo pochi giorni a Nadal e devo confesar, son sai zo de bala. So che doveria aver più morbin in sti momenti de fraia, ma no rivo a ralegrarme per la mia situazion.
Par che la mia vita la vadi in tochi giorno dopo giorno. L’unica roba che me rendi felize xe el fato che quel basabanchi de el sior Collins el xe andà fora dei freschi. El xe ’ndado via con più boria de co el xe riavado, impedociando al sior Bennet un’altra letera de ringraziamento. Poso solo imaginar che parole bibiose e senza sincerità pol scriver quel omo.
La prosima setimana riverà el fradel de la siora Bennet e su moie, no vedo l’ora de conoserli, me par che sia de le persone cocole e per ben.

Mr Morgan non mi ha fatto sapere ancora nulla su mio padre.
Il suo silenzio mi tormenta.
Mancano pochi giorni a Natale e, devo confessarlo, il mio umore non è dei migliori. So che dovrei essere felice in questi momenti di festa, ma non riesco a rallegrarmi per la mia situazione. Sembra che la mia vita stia cadendo a pezzi giorno dopo giorno. L’unica cosa che mi rallegra è la partenza di quel basabanchi di Mr Collins. Se ne è andato via con più solennità di quando è arrivato, promettendo a Mr Bennet un’altra lettera di ringraziamento. Posso solo immaginare quali parole prolisse e prive di sincerità possa scrivere quell’uomo.
La prossima settimana arriverà il fratello di Mrs Bennet e sua moglie, non vedo l’ora di conoscerli, sembrano delle persone simpatiche e a modo.


 

L

e finestre di casa Bennet, baciate dalla brina, scintillavano nella pallida luce del sole invernale e proiettavano un bagliore dorato sui pavimenti in legno. Il morbido scricchiolio delle assi di legno risuonavano nella stanza mentre Mrs Bennet camminava avanti e indietro nel salotto da alcune ore, come se fosse una tigre in gabbia. Di tanto in tanto, scrutava ansiosa dalla finestra, con il fiato che appannava il vetro, alla ricerca di un qualsiasi segno della carrozza del fratello e di sua moglie.
   «Dovrebbero essere già qui», mormorò Mrs Bennet sottovoce, mentre si stringeva le mani, con le dita che si sfregavano l’una contro l’altra.
   «Sono già arrivati?», squillò la voce di Lydia squarciando l’aria.
   «Non ancora», rispose lei con un lungo sospiro mentre si allontanava dalla finestra.
   «Pazienza», la rimproverò con calma Mr Bennet dalla sua poltrona. «La strada da Londra è lunga e Mr Gardiner non è uno che ha fretta».
   L’attesa sembrava interminabile. Erano attesi da giorni e come ogni anno, venivano a Longbourn per trascorrere il Natale. Non passò molto tempo prima di sentire il rumore delle ruote della carrozza che scricchiolavano sul vialetto di ghiaia.
   «Arrivano!» esclamò entusiasta Kitty, mentre premeva il naso sui freddi vetri della finestra accanto a Lydia, così desiderosa di vedere meglio la carrozza che si avvicinava.
   «Calmatevi», le rimproverò dolcemente il Mr Bennet dalla sua poltrona vicino al fuoco, alzando appena lo sguardo dal suo libro. «Non c'è bisogno di tutti questi teatrini».
   Il suono delle risatine delle ragazze e di Mrs Bennet riempirono l’aria e la loro emozione si elevò fino alle stelle. L’eccitazione di Kitty e Lydia raggiunse il culmine quando si precipitarono alla porta e la spalancarono riversandosi nel cortile. La carrozza di Mr Gardiner non fece in tempo ad arrestarsi che erano già tutte fuori pronte ad attenderli.
   «Benvenuti a casa, benvenuti!» esclamò Mrs Bennet, mentre abbracciava calorosamente il fratello. «Come sono felice di vederti caro Edward. La tua presenza qui mi conforta», disse rallegrandosi della sua calda e raffinata presenza.
   «Non posso immaginare un modo migliore di trascorrere le feste di Natale», rispose Mr Gardiner con aria gioiosa mentre abbracciava la sorella. Il suo sorriso era cordiale, caldo e invitante. Emanava un’aria sofisticata e raffinata. Gli amici di Netherfield avrebbero avuto difficoltà a credere che un uomo come lui era riuscito a fare fortuna grazie al commercio. Il suo comportamento era in netto contrasto con quello della sorella, sia per il carattere che per l’educazione. Infatti a differenza di Mrs Bennet, lui era un uomo molto colto e distinto che non apriva mai bocca senza avere una ragione valida. Accanto lui c’era la moglie che irradiava intelligenza e grazia, senza dimenticare del suo sorriso che scaldava il cuore.
   «E voi dovete essere Miss Sara», esclamò Mrs Gradiner guardandola attentamente. «Ho sentito molto parlare di voi e della vostra bellezza, ma ora che vi vedo, le parole non sono riuscite a descrivere appieno lo splendore del vostro volto. Ho sentito dire che siete anche una brava pianista».
   Sara confermò e ringraziò timidamente, poi promise a Mrs Gardinder di suonare qualche brano natalizio per le feste.
   Dopo aver scambiato i soliti convenevoli entrarono in casa e una volta accomodati accanto al fuoco. Nell'aria si respirava il lieve profumo della legna che brucia e delle candele, mescolato all'aroma confortante dei prodotti appena sfornati e delle spezie calde per le festività natalizie. Comodamente seduta in salotto, Mrs Gardiner iniziò a elargire i suoi regali accuratamente scelti per ogni membro della famiglia. Il fatto suscitò molte esclamazioni di gioia e gratitudine, non solo dalle più giovani. Anche Sara le fu donato un piccolo regalo, tanto prezioso quanto la persona che glielo aveva dato. Durante lo scambio dei regali, Mrs Gardiner iniziò a deliziare i presenti raccontando tutto sulle ultime tendenze di moda e sui pettegolezzi della loro amata città, suscitando risate e sospiri da parte del suo pubblico affascinato.
   Una volta consegnato l'ultimo regalo e placate le risate, si sedette di nuovo sulla poltrona e il suo sguardo attento si posò sulla cognata così desiderosa nel voler condividere i suoi racconti di sventura.
   «La vostra presenza è davvero una benedizione», confidò Mrs Bennet in tono sommesso. «Con tutto quello che è successo ultimamente, non so proprio come ho fatto a tenere a freno i miei poveri nervi».
   Mrs Gardiner le strinse la mano calda con simpatia, ben consapevole delle delusioni e dei dolori che avevano afflitto la famiglia negli ultimi mesi. «Faremo del nostro meglio per portare un po' di allegria a Longbourn durante il nostro soggiorno», promise in tono rassicurante.
   «Grazie», sussurrò Mrs Bennet. «Non so dirvi quanto significhi per me, soprattutto considerando le situazioni di Jane e Mary. Davvero, non riesco a capire perché il Mr Bingley sia partito così all’improvviso! Jane ha il cuore spezzato, come potete ben immaginare».
   Mrs Gardiner era già al corrente degli ultimi avvenimenti grazie alla sua corrispondenza con Jane «È davvero una sfortuna».
   «Riesci a immaginare, mia cara cognata,» disse Mrs Bennet, strizzando il fazzoletto tra le dita tremanti, «avere due figlie così vicine a quella felicità portata via da un destino crudele?»
   Mrs Gardiner rispose con una voce che era un balsamo calmante per i nervi logori di Mrs Bennet. «Non disperare. Sono certa che alla fine tutto si risolverà per il meglio».
   «Non do certo la colpa alla povera Jane. Se solo quel Mr Bingley avesse potuto sposarla… Non si è comportato da gentiluomo. Ha fatto credere alla nostra cara Jane di amarla, per poi abbandonarla e andare a Londra per tutto l’inverno senza dire quando ritornerà» disse Mrs Bennet con il volto arrossato e pieno di lacrime. «Ma Mary! Com’è penoso per me pensare che a quest’ora sarebbe potuta diventare la moglie di Mrs Collins. Ma ci pensi? Oh, i miei poveri nervi… Cosa hanno dovuto sopportare in questo periodo. E adesso Lady Lucas avranno una figlia sposata prima delle mie. Sono convinta sempre di più che quella Charlotte abbia convinto Mr Collins a sposarla con qualche sotterfugio. È una ragazza astuta, molto abile con le parole. Come sono felice che siate qui, questo mi conforta, soprattutto ora».
   «Edward ed io siamo sempre felici di essere utili alla nostra cara famiglia», le assicurò Mrs Gardiner. «Mi rammarico per la povera Jane e per il fatto che sia andato a monte la possibilità di un fidanzamento con un giovane rispettabile come Mr Bingley. Sembrava essere un ottimo partito, ma purtroppo accade spesso che ragazzi ancora immaturi si innamorino di una bella donna come Jane e la dimentichino in fretta una volta dopo essersene andati».
   «O può capitare che alcuni amici convincano uno scapolo e ricco come Mr Bingley a non considerare la ragazza, della quale era ardentemente innamorato, solo perché priva di una dote adeguata», intervenne Sara.
   «L’affetto per la mia dolce nipote era così profondo?» chiese incuriosita Mrs Gardiner.
   «Non ho mai visto un giovane così innamorato. Ogni volta che gli occhi di Mr Bringley si posavano su Jane, sembravano illuminarsi di luce propria. Durante il ballo a Netherfield voleva ballare solo con lei e più volte ha dimostrato di piacergli. Questi sono segni evidenti di un uomo innamorato».
   «Oh, povera Jane! Come mi dispiace!» esclamò Mrs Bennet coprendosi il viso con le mani. «Sarebbe stato meglio se fosse accaduto a te Sara, almeno saresti stata capace di reagire con più leggerezza. Forse un cambiamento d’aria le farebbe proprio bene, che ne dici?»
   Sara era d’accordo con questa soluzione. «Londra potrebbe offrirle quella distrazione», mormorò più a se stessa.
   «Lo spero» rispose Mrs Gardiner, «ma come ben tu sai cara cognata, noi viviamo in una zona diversa di Londra, senza contare il fatto che non abbiamo né parenti e né amici in comune. Sarà molto improbabile che si incontrino a meno che Mr Bingley non decida di incontrarla».
   «Anche se lo volesse, sua sorella glielo impedirebbe» rispose Sara in modo secco. «Per non parlare del suo amico Mr Darcy, dubito che permetterebbe a Mr Bingley di mettere piede a Gracechurch Street».
   «Forse è meglio così, per il suo bene. Da ciò che ho intuito, Jane è in contatto con Miss Caroline, non è vero? Di certo la verrà a trovare non appena avrà sue notizie».
   «È capace di inventarsi qualsiasi scusa per non venire».
   «Allora è tutto sistemato», disse Mrs Gardiner, con tono risoluto. «So che non è la soluzione definitiva, ma potrebbe fornire a Jane lo spazio e il conforto di cui ha bisogno per guarire. E chi lo sa? Forse il destino le offrirà un'altra possibilità d’amore».
   Sara pensò che la lontananza dai continui lamenti di Mrs Bennet avrebbe senza dubbio portato un po' di sollievo a Jane, ma non era sicura che potesse davvero aiutarla a superare il dolore causato dalla partenza del suo amato. Per alleviare i pensieri negativi e aiutare Mrs Bennet a rilassarsi, si mise al pianoforte e iniziò a suonare alcuni brani. Mentre le sue dita scorrevano sulle tastiere, Sara si lasciò trasportare dalla melodia. L’armonioso gentile canto si diffuse nell’aria intrecciandosi con la musica, riempiendo la stanza di una dolce armonia. La canzone parlava di Gesù, della sua potenza e di come il suo amore profondo abbraccia e circonda ognuno di noi. Un amore potente e soprannaturale capace di farci comprendere la bontà dell’universo. Per Sara, quella musica era come una preghiera che le ricordava l'amore e la speranza riposta in ognuno di noi in tempi difficili. Sembrava che quella stessa musica fosse riuscita a calmare i poveri nervi di Mrs Bennet. Un leggero sorriso apparve sul suo volto mentre Sara continuava a suonare. Dopo alcuni versi anche le sorelle più giovani si unirono e assieme cantarono fino alla fine la splendida melodia.
   Quella stessa musica aveva portato un po' di leggerezza e allegria nel cuore delle ragazze, era diventata un modo per staccarsi dai momenti difficili della vita e concentrarsi sull'amore che ciascuna di loro aveva per la propria famiglia.

 
 

   Al sorgere del sole, lo strato di neve fresca scintillava alla luce del mattino, emanando un'aura serena e pacifica su tutta Longbourn. I Gardiner si abituarono in fretta al ritmo quotidiano della vita in casa Bennet. Ogni giorno ricevevano inviti dai vicini, dalle famiglie Philips e Lucas e non passava giorno senza che qualcuno li invitasse a cena o per una partita a carte. In una di queste cene a casa dei Lucas, per uno sfortunato caso del destino, Mrs Gardiner incontrò Mr Wickham, che era, come gli altri ufficiali, un visitatore abituale. Sebbene il suo fascino indiscutibile e la sua disinvoltura avessero conquistato la maggior parte dei presenti, Sara non era ancora riuscita a scrollarsi di dosso i ricordi spiacevoli che la perseguitavano quando si trattava di lui.
   «Mr Wickham mi ha appena detto che avete conosciuto Mr Darcy», disse Mrs Gardiner in un momento di tranquillità. «Sembra piuttosto desideroso di discutere con te su quel gentiluomo».
   «Ah, davvero!», rispose Sara, con lo sguardo rivolto verso Wickham mentre conversava con le sorelle Bennet. «Non mi interessa affatto sapere cosa ha da dire quell’uomo su Mr Darcy».
   Mrs Gardiner sospirò. «Devo ammettere che Mr Wickham è un giovane molto interessante. È sempre così allegro e scherzoso, molto affabile soprattutto con le giovani donne. Benché le mie nipoti considerino Mr Wickham un autentico gentiluomo, le sue particolari attenzioni mi spingono a pensare che non sia in cerca di un legame sincero».
   «Stai dicendo che lo consideri un libertino?» chiese sorridendo Sara, ma con il cuore appesantito dalla consapevolezza della natura di Mr Wickham, un segreto che non osava condividere nemmeno con la sua amica Mary. Ricordava fin troppo bene la notte in cui l’aveva legata e condotta nel castello abbandonato, con il solo intento di costringerla ad aprire un dannato portale che l'aveva quasi risucchiata. Era qui solo grazie al tempestivo salvataggio da parte di Mr Morgan e di un uomo sconosciuto che rimaneva ancora per lei un mistero insoluto.
   «Oh cielo non intendevo questo», esclamò con un sorriso Mrs Gardiner. Poi disse con la voce morbida come la seta.    «Non ho nulla contro Wickham, dico solo che è un giovane privo di mezzi ed è imprudente per una ragazza lasciarsi andare a certe fantasticherie. Meglio sarebbe non incoraggiarlo troppo a farci visita. È sempre importante tenere d’occhio le giovani donne in cerca di marito, un piccolo errore e potrebbe danneggiare la loro reputazione per sempre», disse lei con calma. Il suo sguardo si posò con delicatezza su Sara, come se volesse assicurarsi che avesse compreso il suo consiglio. «Circa dieci o dodici anni fa, ora non ricordo bene, quando non ero ancora sposata, ho trascorso un po’ di tempo nel Derbyshire, la contea dove è originario Mr Wickham. Abbiamo molte conoscenze in comune noi due» affermò compiaciuta. «Hai mai sentito parlare della residenza di Pemberley?»
   «Mi hanno detto che è un luogo meraviglioso».
   «Oh sì, lo è davvero. Un posto incantevole, te lo assicuro», rispose lei con un tono nostalgico Il verde intenso delle colline, la maestosità della residenza, il luccichio delle fontane e il profumo dei fiori che adornavano il giardino erano ancora vividi nei suoi ricordi. «Spero un giorno di poterla rivedere».
   Sara era affascinata dalle descrizioni di Mrs Gardiner su Pemberley, la residenza di Mr Darcy. Non poteva fare a meno di pensare a come sarebbe stata fortunata Jane se avesse potuto vivere in un posto simile con il suo amato Mr Bingley. Ma gli eventi del passato avevano deciso che forse non sarebbe mai stato possibile.
   «Pemberley rispecchia in tutto e per tutto la fama del defunto Mr Darcy. Purtroppo non ho mai avuto l’onore e il piacere di fare la sua conoscenza».
   «Peccato che suo figlio non abbia dato seguito ai suoi insegnamenti, forse lo vedremmo ora meno orgoglioso e scostante», rispose seccamente Sara.
   «Quanta amarezza nelle tue parole. Non essere così imprudente nel giudicare un gentiluomo con troppa leggerezza. È un ragazzo timido, ma gentile, e mi sono divertita molto ad ascoltarlo parlare della sua tenuta e del suo amore per la natura. La sua passione per la storia e l'arte è davvero eccezionale».
   Sara non poteva crederci. Era la prima volta che sentiva qualcuno parlare così bene di Mr Darcy senza criticarlo o biasimarlo in qualche modo.
   «Mi dispiace così tanto che le cose tra il suo amico Mr Bingley e mia nipote siano andate così male», disse Mrs Gardiner, notando la faccia triste di Sara. «Non sempre le cose sono come sembrano, mia cara ragazza. A volte ci sono motivazioni più profonde che possono spiegare certi comportamenti. In quanto a te, c’è qualcuno che ti fa battere il cuore in questo momento?» chiese con un sorriso malizioso.
   Sara avvampò abbassando lo sguardo. «Nessuno in particolare». Rispose mentre cercava di cancellare a tutti i costi l’immagine di quel bacio rubato.
   «Quando ho incontrato per la prima volta l’uomo che ora è mio marito, ho capito fin da subito che eravamo fatti l’uno per l’altra. L’amore che provavo allora è lo stesso di adesso, se non addirittura più forte».
   Sara alzò gli occhi e sorridendo annuì. «Mi auguro un giorno di poter provare una simile felicità».
   «Sono certa che presto troverai una persona degna del tuo amore», disse Mrs Gardiner con dolcezza.
   La serata continuò a scorrere tranquilla, ma Sara non riusciva a sentirsi a proprio agio. Nonostante le rassicurazioni di Mrs Gardiner, non poteva evitare di sentire la tensione tra lei e Mr Wickham. Per distrarsi si unì alle sue amiche Mary e Charlotte, sperando che le spensierate chiacchiere con loro la aiutassero ad allontanare la tensione. Dopo una danza con un giovane ufficiale, Sara tornò a sedere in un angolo tranquillo del soggiorno. Un attimo dopo si ritrovò faccia a faccia con Mr Wichkam.
   «Miss Sara», disse lui con un sorriso, tagliando di netto i pensieri di Sara. «Mi permetta, posso offrirvi un bicchiere di punch?»
   Sara lo guardò con aria sorpresa. «No grazie, sto cercando di smettere».
   Mr Wickham sembrò colpito dalle sue parole e piegò leggermente la testa. «Capisco». Prese il suo bicchiere e si sedette di fianco a lei.
   Sara non poteva smettere di osservarlo mentre sorseggiava il suo drink. Era impossibile negare la sua naturale eleganza nel compiere ogni gesto.
   «Non riuscite proprio a liberarvi dai suoi pensieri?» chiese lui con un sorriso gentile.
   Sara arrossì. «Scusami?»
   «Sembrate molto preoccupata», continuò lui in modo serio.
   «Sono state delle giornate piuttosto intense», rispose Sara cercando di minimizzare la situazione.v
   «O c’è qualcosa che vi preoccupa?» chiese lui guadandola con attenzione.
   Non arrivò nessuna risposta.
   «Ho sentito che Mr Darcy è andato a Londra», proseguì Wickham.
   Sara si sentì improvvisamente nervosa. Non voleva parlare di Mr Darcy con lui, non dopo tutto quello che era accaduto. «Sì, è così».
   «Mi chiedo cosa stia facendo ora in città…», continuò lui sembrando molto interessato nel voler affrontare l’argomento.
   «Non ne ho idea», rispose Sara in modo schivo.
   Mr Wickham si avvicinò un po' di più a lei, e sorrise. «Credete che se ne sia andato per stare il più lontano possibile da una giovane e bella ragazza come voi?»
   Sara arrossì ancora di più. Non solo perché la domanda non le piaceva, ma anche perché sapeva bene che Mr Wickham era un abile manipolatore. «Assieme ai suoi amici ha lasciato Netherfield per ritornare ai propri affari non certo per fuggire da me o dalla mia bellezza», rispose lei cercando di rimanere neutrale.
   «Vi sottovalutate troppo Miss Sara. Per quanto riguarda Mr Darcy devo ammettere che è sempre stato un uomo molto pratico e razionale», disse pensieroso. «Ma forse stavolta potrebbe essere diverso».
   Sara lo guardò stupita. «Non capisco come tu possa fare delle simili affermazioni, ma ti assicuro che non c’è nulla tra me e Mr Darcy», rispose decisa.
   Lui la guardò come se non le credesse del tutto. «Perdonatemi se sono sempre così diretto con voi», esordì lui, «ma non posso fare a meno di notare come la vostra presenza influisca pesantemente sul rapporto sia con me che con Mr Darcy. È chiaro che avete un certo potere su di lui e anche su di me».
   Sara si irrigidì e la sua bocca divenne secca mentre cercava di pensare a una risposta. «Non so cosa tu voglia dire».
   «Suvvia, Miss Sara», lo incitò, la sua voce assunse un tono basso e sinistro. «Vi chiedo semplicemente di aiutarmi di nuovo ad aprire il portale».
   «Mai», esclamò lei ferocemente, alzandosi di scatto dalla poltrona. «Non ti aiuterò nei tuoi oscuri propositi».
   Mr Wickham la bloccò afferrandola per un braccio. «Dovete ammettere, Miss Sara, che il nostro incontro precedente è stato piuttosto elettrizzante. Il vostro potere davanti a quel portale... è stato notevole».
   Sara si irrigidì, cercando di staccare la sua presa. Sentiva le sue dita che come artigli, scavavano nella pelle del suo braccio. «Emozionante non è certo la parola che userei, Mr Wickham».
   «Conosciamo entrambi molti aspetti di questo mondo inimmaginabili per la maggior parte delle persone… viaggiatori, guardiani e chissà che altro… E Darcy... Il gentiluomo perfetto, che tutte le gentildonne vorrebbero come marito, non riuscirebbe a comprendere nulla di tutto questo, di questa realtà, di come la conosciamo noi».
   «Per favore, evita di parlare di Mr Darcy», insistette Sara, con il cuore che le batteva forte.
   «Ah… pensavo che avreste voluto sapere la natura del disaccordo tra me e Mr Darcy», insistette mentre l’osservava attentamente. «Vi coinvolge più di quanto pensiate».
   «Qualunque cosa sia, non ho alcun interesse per i tuoi litigi o i tuoi affari oscuri», dichiarò Sara cercando di staccarsi dalla presa.
   «Forse riconsidererete l'idea di aiutarmi», disse mentre il suo sorriso svanì in qualcosa di più minaccioso. «Le vostre abilità sono uniche, e ci sono modi in cui potrebbero essere... vantaggiose per entrambi.»
   «Lasciami andare», ordinò con il battito che le rimbombava nelle orecchie. Con uno sforzo deliberato, staccò il braccio dalla sua presa. «Non voglio avere niente a che fare con i tuoi piani».
   L'espressione di Wickham si oscurò, la sua voce si abbassò fino a sembrare pericolosa. «Sarebbe davvero un peccato, Miss Sara. Non si sa mai quando si potrebbe aver bisogno di un amico… per il tuo bene e quello di tuo padre» disse con un sorriso sprezzante.
   Un brivido corse lungo la schiena di Sara. Si chiese come facesse a sapere di suo padre. Forse aveva ragione Mr Morgan, lui era ancora vivo e in mano agli Oscuri. «Stai mentendo, tu non sai nulla di lui».
   Scoppiò in una risata. «Non fate l'ingenua. Sapete benissimo che se vi rifiuterete di aiutarmi, non solo metterete in pericolo voi stessa, ma anche vostro padre».
   La gola di Sara si strinse alle sue parole mentre fissava gli occhi freddi e calcolatori di Wickham. La luce fioca della stanza proiettava un ombra sul suo volto, facendolo sembrare ancora più sinistro. Era vero, suo padre era la sua debolezza più grande, ma non poteva permettere a Wickham di usarlo contro di lei. «Non farò nulla per te», dichiarò con voce ferma, cercando di nascondere il timore che portava dentro di sé.
   Sembrò colpito dalle sue parole. «Mi dispiace sentirvi dire questo», disse con un tono serio. «Sono certo che ci saremmo potuti aiutare l'un l’altro».
   «Non c'è niente che tu possa offrirmi che io voglia», rispose decisa.
   «Allora vedremo come andrà a finire», rispose lui, lanciandole uno sguardo sprezzante prima di allontanarsi dalla stanza.
   Sara si lasciò cadere sulla poltrona con un sospiro di sollievo misto a rabbia. Non poteva credere che quell’uomo vile e spregevole avesse osato minacciarla, ma comprendeva bene che d’ora in avanti non avrebbe più potuto permettersi di abbassare la guardia. Si alzò, andò alla finestra e guardando il buio della notte, pensò a Mr Darcy e a suo padre.

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