Un'altra vita all'improvviso: capitolo 28 • Barbara Mapelli

Un’altra vita all’improvviso: capitolo 28

Diego de Henriquez: un testimone scomodo. L’intervista al Colonnello Vincenzo Cerceo
Agosto 30, 2023
Riflessi di luce interiore
: Arte, emozioni e storia si incontrano a Muggia
Maggio 14, 2025
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Capitolo 28

 

I

l tenue bagliore della luce tremolante della candela danzava sulle pareti della camera mentre Sara si concentrava sulle ultime lettere che stava scrivendo sulla busta indirizzata a Jane. La penna d'oca graffiava la carta con un ritmo che risuonava nella stanza altrimenti silenziosa. Il profumo dell'inchiostro fresco e della cera riempiva l'aria, una familiarità confortante che si contrapponeva al gelo delle sue incertezze. Dalla finestra entrava il canto melodioso di un usignolo. Ma proprio quando Sara si stava lasciando andare in quel dolce suono, una voce dura infranse la sua tranquillità, facendola sobbalzare. Si voltò e i suoi occhi incontrarono lo sguardo severo di Mr Morgan che si ergeva sulla soglia della porta come una statua imponente. «Miss Sara», disse lui mentre si avvicinava. «Scusami se ti ho spaventata. La porta era aperta e Mr Bennet mi ha detto che ti avrei trovata qui. Ho bisogno di parlarti». Lo stomaco di Sara si annodò. Sapeva che qualsiasi cosa stesse per digli non sarebbe stata una buona notizia. «Cosa posso fare per te?» «Ho appena ricevuto notizie riguardo a tuo padre». Sara lo guardò negli occhi, mettendo da parte per il momento il dolore per Jane. Mr Morgan sospirò e con voce pesante disse: «Mi dispiace» esordì lui. «L’Alto Consiglio ha deciso di non intervenire. Al momento ritengono che sia troppo rischioso» sentenziò con lo sguardo pieno di rammarico. Ciò che aveva appena detto era la conferma dei peggiori timori di Sara. Cercò di respingere con forza un'ondata di rabbia che tentava di risalire come bile in gola. Era come se si trovasse in mezzo a un mare in tempesta, ma anche se tutto sembrava perduto, lei non avrebbe mai ceduto. Si sarebbe aggrappata a quell’unica ancora di salvezza: la speranza. «Cosa?!» esclamò Sara alzandosi in piedi. La furia scoppiò dentro di lei come un incendio. «Come possono lasciare mio padre in mano agli Oscuri?» Quelle parole pronunciate duramente rimasero sospese nell’aria per qualche istante, creando un profondo spazio tra loro, uno valico che Mr Morgan in quel momento non poteva né attraversare, né a colmare. «Capisco la tua frustrazione» rispose Mr Morgan, scuotendo lentamente la testa. «Anch’io sono molto addolorato per la decisione dell'Alto Consiglio, ma ho le mani legate. Non c’è nulla che possiamo fare in questo momento». Le sue parole si abbatterono pesantemente sullo spirito di Sara come una nuvola cupa. Ma poi la sua determinazione si rafforzò sempre di più dentro di lei. Non si sarebbe arresa senza combattere. Doveva salvare suo padre. «Tu puoi avere le mani legate» replicò Sara decisa. «Ma non io. Andrò a liberare mio padre, ovunque lui sia. E lo farò da sola, se sarà necessario», dichiarò con fermezza. «Non devi» disse Mr Morgan con un tono autoritario, cercando di farla ragionare. «Non è una buona idea. Gli Oscuri sono troppo pericolosi e imprevedibili, rischieresti solo la tua vita ed io non posso permetterlo». Sara non era disposta ad ascoltarlo. Si avvicinò a lui e dichiarò: «La decisone spetta a me, a me soltanto». «Comprendo la tua preoccupazione, ma è pericoloso. Quelle persone sono capaci di qualunque cosa. Anche una viaggiatore con una buona preparazione rischierebbe di fallire». «Lo farò, con o senza il tuo consenso». «Aspettate», esclamò Mr Morgan con tono deciso che risuonò nella stanza. «Ti aiuterò» promise con fermezza. «Non posso permettere che tu affronti questa missione da sola. Siamo amici, e io sarò sempre al tuo fianco fino alla fine. Ho giurato a tuo padre di proteggerti e di esserti d’aiuto in ogni momento della tua vita. Se non lo salveranno loro... lo farò io… o noi. Insieme», concluse con un lungo sospiro profondo. La loro strada era segnata: avrebbero sfidato il l’Alto Consiglio e liberato suo padre dalla morsa degli Oscuri. Ma come ci sarebbero riusciti? «Sei sicuro?» chiese Sara, guardando Mr Morgan con il cuore colmo di gratitudine per la sua offerta. Lui annuì con fermezza. Con questa rassicurazione, Sara volse lo sguardo oltre la finestra della sua stanza, verso quell'orizzonte grigio dell'Hertfordshire. Raddrizzò le spalle, pronta ad affrontare il compito che li attendeva. Sentiva lo sguardo vigile di Mr Morgan su di lei, che le offriva un sostegno silenzioso. Come un vento gelido che scuotevano le loro anime e tra le ombre delle loro incertezze, cominciarono a meditare su come avrebbero potuto salvare il padre di Sara. A lei non importava dove fosse tenuto o quali strani pericoli si nascondessero lungo quel sentiero, era disposta ad affrontare qualunque cosa. Era in gioco la libertà di suo padre e lei avrebbe pagato qualsiasi prezzo per assicurarsela. Nel frattempo, nei confini di Longbourn, il mondo rimaneva beatamente ignaro dell'audace piano di Sara e di Mr Morgan. Gli echi del matrimonio di Charlotte e Mr Collins aleggiavano ancora nella tenuta e la loro gioia si irradiava come il caldo bagliore di un focolare. Eppure a loro insaputa, si stava scatenando una tempesta: uno scontro epico tra l'amore di una figlia per il padre e le circostanze terribili che cercavano di inghiottirli entrambi.

Un’altra vita all’improvviso: capitolo 28
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