Barbara Mapelli, Luci su Miramar, olio su tela • Barbara Mapelli
 

Barbara Mapelli, Luci su Miramar, olio su tela

Quest’opera ad olio su tela raffigura il Castello di Miramare, uno dei simboli architettonici più suggestivi di Trieste. La composizione si sviluppa su una struttura prospettica rigorosa ma poetica, dove il castello si staglia luminoso al centro, incorniciato dal verde dei giardini e dal blu del cielo e del mare.

 

Barbara Mapelli, Luci su Miramar, olio su tela

Quest’opera ad olio su tela raffigura il Castello di Miramare, uno dei simboli architettonici più suggestivi di Trieste. La composizione si sviluppa su una struttura prospettica rigorosa ma poetica, dove il castello si staglia luminoso al centro, incorniciato dal verde dei giardini e dal blu del cielo e del mare.

Tecnica e composizione

Quest’opera ad olio su tela raffigura il Castello di Miramare, uno dei simboli architettonici più suggestivi di Trieste. La composizione si sviluppa su una struttura prospettica rigorosa ma poetica, dove il castello si staglia luminoso al centro, incorniciato dal verde dei giardini e dal blu del cielo e del mare. La pennellata è precisa, curata nei dettagli architettonici, ma anche capace di vibrare nella resa della vegetazione e nelle trasparenze dell’acqua. La riflessione del castello nello specchio d’acqua che lo circonda aggiunge un ulteriore livello di profondità visiva e simbolica, amplificando il senso di quiete e imponenza.

L’espressione dell’interiorità

Pur trattandosi di un paesaggio architettonico, l’opera trasmette una forte componente emozionale. Il cielo terso attraversato da lievi nuvole, l’acqua immobile, il castello immerso in una luce nitida ma calda: ogni elemento concorre a suggerire una dimensione contemplativa. La pittrice sembra proiettare un senso di attesa e sospensione, quasi a voler fissare un momento fuori dal tempo, in cui la maestosità storica del luogo diventa riflesso di una sensibilità interiore serena, assorta e rispettosa del passato.

 

Collegamenti e ispirazioni artistiche

Questo dipinto si inserisce nella tradizione figurativa europea, richiamando le atmosfere della pittura romantica ottocentesca, in particolare quella dei paesaggisti mitteleuropei. L’attenzione alla luce e al riflesso richiama anche alcune soluzioni impressioniste, pur restando fedele a una rappresentazione più realistica e ordinata. La resa luminosa del cielo e del mare con pennellate stratificate ricorda le opere impressioniste di Claude Monet, che catturava la luce solare diretta con colori vivaci, come in La spiaggia a Trouville. L’influenza del vedutismo veneziano, con la sua celebrazione degli scenari urbani e naturali, risuona nell’equilibrio tra rigore architettonico e lirismo ambientale. La precisione nella rappresentazione del castello e l’attenzione ai dettagli architettonici si avvicinano alle vedute di Canaletto, noto per la sua capacità di rendere le architetture con una chiarezza quasi fotografica, ma Mapelli aggiunge una dimensione emotiva più vicina all’impressionismo. La luce che illumina il paesaggio e i riflessi sul mare evocano anche i dipinti di Joaquín Sorolla, che utilizzava l’olio per catturare la luce mediterranea con un’esplosione di colori, come in Bambini sulla spiaggia. Inoltre, l’atmosfera di gioia e la rappresentazione del paesaggio naturale richiamano le opere di John Singer Sargent, che dipingeva paesaggi en plein air con una sensibilità alla luce e al movimento.

 

Il significato dell’opera e conclusione

Luci su Miramar è un’opera che celebra la bellezza del Castello di Miramare come simbolo di armonia tra natura e architettura, immerso in una luce solare che esalta la sua magnificenza. La luce intensa del pieno giorno rappresenta un momento di pienezza e vitalità, un simbolo di vita e rinascita che invita lo spettatore a immergersi nella bellezza del presente. Il castello, con la sua posizione dominante sul mare, incarna un ideale di eleganza e storia, mentre il mare scintillante e il parco rigoglioso suggeriscono un dialogo tra l’uomo e la natura, un equilibrio perfetto tra costruzione umana e paesaggio naturale. Mapelli sembra voler catturare l’essenza di un luogo che incanta e rigenera, offrendo un’immagine di serenità e splendore. Quest’opera testimonia la sua abilità nel combinare precisione tecnica e sensibilità emotiva, creando un paesaggio che parla di bellezza, storia e connessione con la natura.

Il dipinto non è solo un’accurata veduta di Miramare, ma un omaggio affettivo e culturale a un luogo intriso di storia, fascino e malinconia. Il castello, un tempo dimora dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, diventa qui emblema di bellezza e fragilità, sospeso tra la sua monumentalità e la sua riflessione nell’acqua, quasi a suggerire una doppia identità: quella reale e quella onirica. L’artista riesce così a restituire non solo l’immagine del luogo, ma la sua anima, trasformando il paesaggio in una meditazione pittorica sulla memoria e sulla contemplazione.

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