Un'altra vita all’improvviso - Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen - Capitolo 15 • Barbara Mapelli
parallax background

Un’altra vita all’improvviso – Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen – Capitolo 15

Tuffiamoci nel mondo magico di Harry Potter: visita alla Warner Bros Studios
Marzo 16, 2023
Un’altra vita all’improvviso – Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen – Capitolo 16
Aprile 8, 2023
Un’altra vita all’improvviso – Come farsi catapultare impreparati nel mondo di Jane Austen – Capitolo 16
Aprile 8, 2023
Tuffiamoci nel mondo magico di Harry Potter: visita alla Warner Bros Studios
Marzo 16, 2023

Romanzo a puntate scritto da Barbara Mapelli

Versione alternativa di "Orgoglio e Pregiudizio"


Capitolo 15

Il Diario di Sara

 

Lunedì 30 otobre 1797

Sta matina go ciacolado con ’l sior Bennet e gavemo deciso de comun acordo che al momento resterò con lori (almeno fin quando no rivo tornar casa). Oviamente go tralasado de dirghe ’l fato che son una viagiatrice, che la siora Hill xe una Guardiana e che ’l sior Morgan no xe solo un contabile. La vita xe za bastanza complicada senza dover zontar altra roba. Me son tignuda per mi anca ’l fato che son piena de pila (cusì me ga dito ’l sior Morgan). Sta de fato che ’l sior Bennet iera sai contento de la mia decision. Adiritura non voleva gnanca più i bori per mantignirime. Go insistido che l’aceti, come che xe giusto. Ala fine lo go convinto. Quasi, quasi ghe digo al sior Morgan de darghe ai Bennet qualcosa in più. I xe stai cusì cocoli con mi.

 

Giovedì 2 novembre 1797

Su sta isola no fa altro che piover. Me manca sai ’l caldo e ‘l mar. Brighton no dovesi eser sai lontan. Podesi propor a Mary e a Charlotte de far una gita.
Chisà se ’l sior Bennet ne lasasi ’ndar. Credo che con la mentalità rigida de sti inglesi, saria fora discusion. Che noia.🥱

 

Sabato 4 novembre 1797

In sti giorni go pensà sai a cosa me ga dito la siora Hill. ‘L fato de scoverzer de eser ’na viagiatrice me sta portando a veder la vita e ’l mondo con oci diversi. Dopo quel incontro nel uficio del sior Morgan, se semo viste ancora altre do volte sempre ala biblioteca ciamada ’l Tempio. Gavemo ciolto ’ l tè e ciacolado un poco. Son rivada ala conclusion che ghe sia qualcosa tra la siora Hill e ’l sior Morgan. Ogni volta che la parla de lu ghe brila i oci. Come digo sempre mi in sti momenti, amor xe amor e no xe brodo de fasoi.
Oltre a i soliti babezi, la me ga dito che no devo impensierir sai per i miei genitori, co sarà ’l momento li rivedrò e la ga zontado anca che se voio rivar a tornar casa devo espander la mia mente e alterar la coscienza in modo de rivar a piegar il tempo e lo spazio. A ciacole xe boni tuti, ’l dificile xe meter in pratica quel che la me ga dito. Se son rivada a vignir qua, devo per forza eser bona anca de tornar indrio.



Martedì 7 novembre 1797

La siora Bennet la me ga spacado le togne parvia che son rivada tardi casa, acompagnada da la siora Hill con la sua caroza. Che colpa go mi se me son persa dentro ’l Tempio, xe cusi grando che go perso ’l senso de l’orientamento. In realtà no lo go mai avudo :-) 😁. Stavo zercando qualcosa de leger tanto che spetavo la siora Hill. Go vagà per un poco per le corsie in zerca de un libro e poi me son persa. ’L volume lo go trovado, ma poi no savevo più do che me trovavo. Go caminado cusì tanto per la biblioteca che me fazeva adiritura mal i pie. I me fa mal ’ncora deso 😢. Par fortuna che me ga recuperado ’l sior Morgan. Devo dir che lo vedo sai ben come segugio nel trovar mule perse.



Venerdì 10 novembre 1797

Son tornada ala porta de piera. Go rivado a sentir le stese sensazioni che me ga portado in sto logo. Credo che le lezioni con la siora Hill le me ga servido 😁.



Sabato 18 novembre 1797

Ogi xe rivado quel basa banchi del sior Collins 😱. No pensavo che un giovine de ventizinque ani rivasi a eser za cusì pacuvio 1 😑 e pampel. La siora Bennet lo ga ricevù con tuti i onori del caso. Xe restado sorpreso de scoprir de gaver un’altra “cugina” cioè la soto scrita (in realtà no lo son, ma lu no lo devi saver). Dopo ’l ga pasado la magior parte del tempo a licar tute le fie dei Bennet, compresa mi. Go avudo un brivido che no iera de piazer.
A un zerto punto ’l sior Collins ga scuminzià a ciacolar de noze, augurando a tute le giovini presenti de sposarse con un bon partito. Sior Bennet ’l se ga infastidì co ’l basa banchi ga tacà a parlar de la propietà. Ma no xe finida qua. Dopo che ’l ga capido de no dover insister su sto punto, ’l ga scuminzià a licar ogni logo e ogeto de la casa come se fosi ’na gazza ladra. Se ’l va avanti cusì domando al sior Morgan de riscatar la proprietà a sto gonzo cusì se lo tiremo via da le togne.
Ne le ore seguenti no ga fato altro che parlar de sta Lady Catherine de Bourgh, de la sua richeza, tuto ’l parentado elevado e le sue propietà nel Kent, compresa la sua residenza a Rosing Park. Tra poco conoserò de più la vita e la parentela de sta Lady Catherine che quela de tuti i miei parenti sparsi per ’l mondo. Ciacola che te ciacola xe vegnudo fora che la xe fia del conte de Southampton e zia de Darcy…
Per quale motivo l’universo continua a ripresentarme sto mato?


 

   «Ho anche avuto l’onore di predicare davanti alla mia patronessa Lady Catherine de Bourgh», disse tutto orgoglioso Mr Collins durante la cena. «La sua bontà non ha eguali. Sono stato invitato ben due volte a pranzo a Rosing e lo scorso sabato mi ha addirittura mandato a chiamare per la sua partita di quadrigliati della sera».
   «Ho l’impressione che Lady Catherine sia una persona davvero amabile, più di molte altre del suo rango», affermò Mr Bennet.
   «Abita vicino a voi?»
   «Ma certo, il giardino della mia umile dimora è separata solo da un piccolo vialetto da Rosing Park».
   «Avete detto che è vedova? Per caso ha una famiglia?»
   Mr Collins annuì. «Ha solo una figlia, l’unica erede di Rosing Park e di altre immense proprietà».
   «Che tipo è la ragazza? È bella?» chiese Mrs Bennet.
   «Miss De Bourgh è una giovane molto affascinante. Sono d’accordo con Lady Catherine nell’affermare che è la più bella esponente del sesso femminile con dei lineamenti del viso molto aristocratici. Purtroppo la sua salute cagionevole non le ha permesso di proseguire gli studi fino a quella perfezione che avrebbe di sicuro raggiunto».
   «È già stata presentata a corte?»
   «La sua salute cagionevole le impedisce di stare in città. Come ebbi a dire un giorno alla mia patronessa Lady Catherine, la corte d’Inghilterra è stata privata del suo più brillante e splendido ornamento. Sua signoria sembrava essere così compiaciuta quando l’ho detto» disse Mr Collins compiaciuto. «Sono così felice, quando mi si presenta l’occasione, di rivolgere tutti quei piccoli e delicati complimenti così ben accetti dalle signore. In più di un occasione ho fatto notare a Lady Catherine che la sua affascinante figliola sembrava essere nata per essere duchessa. Questo è il genere di cose che piacciono molto a Sua Signoria ed io sono così abile nel prodigarle».
   «Questo è giusto», rispose Mr Bennet, «è una vera fortuna che voi siate capaci di adulare in un modo così delicato. Posso chiedervi se le vostre cortesi attenzioni sono scaturite da un impulso momentaneo o sono solo il risultato di una preparazione precedente?»
   «Traggono origine dalla situazione del momento e benché a volte io mi diletti a comporre questi complimenti tanto eleganti e sempre molto utili nella varie circostanze, cerco sempre di conferire loro un’aria il più possibile naturale».
Di spontaneo Mr Collins non aveva nulla: ogni singola parola o lusinga a dir poco eccessiva, lo rendevano alquanto ridicolo più di quanto non avesse immaginato Mr Bennet. Nei suoi discorsi continuava a parlare delle qualità della sua protettrice, di quanto si preoccupasse delle vicende dei suoi umili servitori o fittavoli o di quanto sia grande la sua benevolenza.
   «Sapete» disse Mr Collins entusiasta, «mi ha fatto visita poco tempo fa nella mia umile canonica per approvare tutte le modifiche che avevo ordinato. Addirittura mi ha anche suggerito di mettere delle mensole nell’armadio situato al piano di sopra».
   «È davvero una cosa magnifica» esclamò Sara con fare ironico.
   Mr Collins con un sorriso stampato in faccia rispose tutto eccitato. «Oh sì, lo è di sicuro».
   «Sembra che questa Lady Catharine abbia il pieno controllo sulla vostra mente, di questo passo dovrai chiedere a Sua Signoria in che modo devi respirare e per quante volte al giorno».
   Nel sentire una tale insinuazione si scandalizzò a tal punto che solo l’intervento di Mrs Bennet riuscì a calmarlo. Di certo quelle parole così pungenti, pronunciate in modo diretto da una giovane donna come Sara, avevano toccato un nervo scoperto che lo aveva fatto sobbalzare. Di questo lei se ne rallegrava, come lo erano Lydia e Kitty che scoppiarono in una fragorosa risata al limite del contegno. Quando gli animi si calmarono e la situazione ritornò sotto controllo, Mr Collins continuò a parlare di argomenti di cui quasi nessuno interessava.
   All’apparenza Mr Bennet sembrava attento nell’ascoltare i discorsi vuoti e privi di senso del cugino. Ogni tanto, con una velata ironia, interveniva e con occhio furtivo verso Sara, cercava di condividere la propria allegria senza ottenere alcun risultato. Lei aveva detto già abbastanza e non voleva aggiungere altro.
   Le uniche parole gentili e di conforto arrivarono da Mary, ma sembrò che al cugino non interessasse più di tanto. Le sue attenzioni erano rivolte altrove, verso una fanciulla più amabile e molto più vicina ai suoi gusti personali. Non che Mary non fosse una ragazza graziosa, ma la maggiore delle figlie dei Bennet catturò la sua attenzione in un modo quasi morboso.
   «Posso assicurare che sono qui con i più buoni propositi» rassicurò Mr Collins. «In questo momento non voglio esprimermi maggiormente, lo farò quando la nostra conoscenza sarà più approfondita e avremo modo di appianare le nostre divergenze».
   L’insopportabile cugino, tra un boccone e l’altro, continuò a parlare del più e del meno. Quando ebbe finito di mangiare anche l’ultimo pezzo di pane se ne uscì dicendo: «Davvero un ottima cena. Con quale delle mie belle cugine dovrei complimentarmi per questo squisito pasto?»
   «Siamo perfettamente capaci di mantenere un’abile cuoca», rispose Mrs Bennet offesa. «Nessuna delle mie ragazze ha a che fare con la cucina».
   «Oh!» esclamò Mr Collins imbarazzato «Dovete perdonarmi per il mio madornale errore. Come ho potuto pensare a una cosa del genere?». Andò avanti a scusarsi per un buon quarto d’ora fino a che non si accorse che tutti i presenti iniziarono a farsi i fatti propri.
   Le ragazze più giovani non avevano ascoltato una sola parola di tutte quelle pronunciate dal cugino. Ridacchiavano e chiacchieravano sottovoce di cose personali e futili. Anche Jane e Sara sembravano poco interessate ai suoi discorsi noiosi e privi di senso. Solo Mary stava cercando in ogni modo di attirare l’attenzione di quell’uomo privo di personalità. Un fatto che allarmò Sara, e non poco. Non solo per la palese mancanza di amore tra le parti, ma soprattutto perché lei non avrebbe mai sopportato l’idea che la sua amica provasse ad avvicinarsi a una persona così inetta.
   Quando la cena terminò, l’odioso cugino fu accompagnato in salotto dove Mrs Bennet lo invitò a leggere ad alta voce un libro. Come previsto, lui accettò di buon grado. Gli fu proposto un romanzo, ma lui rifiutò in modo categorico, affermando che non li leggeva mai. Con enorme disappunto delle ragazze, scelse i sermoni di Fordyce. Sara si sedette il più possibile lontano da Mr Collins, Lydia invece dopo appena tre pagine lo interruppe e si rivolse a sua madre dicendo che zio Philips stava pensando di licenziare Richard. Aggiunse anche che se mai dovesse farlo, il colonnello Forster lo avrebbe assunto.
   «Me lo ha detto la zia sabato» disse Lydia. «Domani mattina mi recherò a Meryton per sapere qualcosa in più. Chiederò anche quando Denny ritornerà in città? Ci andrò con Sara, visto che lei ci va così spesso. Non ci hai ancora raccontato nulla sulla misteriosa Mrs Hill e il suo contabile», affermò rivolgendo lo sguardo in direzione di Sara.
   Lei non rispose, di certo non aveva intenzione di raccontare a una sciocca ragazzina pettegola chi fosse in realtà Mr Hill e nemmeno come passasse le sue giornate nel momento in cui si incontravano nell’ufficio di Mr Morgan. Voleva mantenere l’assoluto riserbo sulla sua vita e sulle sue frequentazioni.
   Come al solito Mary si arrabbiò per l’insolenza di sua sorella Lydia e la invitò a fare silenzio mentre Mr Collins leggeva. «Noto con dispiacere quanto le signorine siano poco interessate a letture serie nonostante siano stati composti a loro beneficio. Sono molto meravigliato di questo fatto poiché non c’è niente di meglio per la loro istruzione. Non è mia intenzione annoiarvi a lungo, quindi propongo di giocare a carte», concluse chiudendo il libro.
   Accettò le scuse di Mrs Bennet e gli promise che non si sarebbe mai ripetuta una cosa del genere se mai avesse voluto di nuovo leggere il libro. Per tutta la sera giocò a scala reale con Mr Bennet mentre le altre ragazze passarono il loro tempo a chiacchierare e a leggere quei romanzi così odiati da Mr Collins.

 
  1. Persona noiosa
error: Content is protected !!